Scritto da: Bruno Siciliano

Il Castello


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...il sole sorgesse, fu decretata la condanna per stregoneria alla giovane Alina mentre, com'era scritto nei vangeli, nei quali si legge che bisogna estirpare l'organo che aveva dato scandalo, fu deciso di strappare a Sarina gli occhi che s'erano posati su una giovane del suo stesso sesso.
Da un atto d'amore era nata la violenza e, mentre il corpo di Alina bruciava su una pira innalzata nello stesso parco del castello che aveva visto i giochi e la spensieratezza delle ragazze, il buio delle segrete avrebbe avvolto per sempre Sarina, scacciata per sempre dal castello dopo che le furono strappati gli occhi.
Sarina, colpevole soltanto di avere amato troppo, curata e fasciata alla meglio fu accompagnata a dorso d'asino in quella che sarebbe stata per il resto della sua vita la sua dimora, una capanna in mezzo alla rigogliosa campagna della nobile cittadina.
Col tempo e l'aiuto dei contadini imparò a riconoscere al tatto e al profumo le erbe che avrebbe usato per curare e sfamarsi e venne anche il tempo in cui mandò al castello un preparato che avrebbe poi salvato la vita alla principessa ammalatasi di un male che i cerusici del castello avevano giudicato incurabile. Sarina cedette ai contadini il suo medicamento da portare alla principessa a un solo prezzo: il segreto su chi avesse preparato il miracoloso farmaco.
La principessa si salvò, poi passarono i giorni, i mesi e gli anni.
Sarina portò impresso per sempre nel suo cuore il disperato amore per Alina, mentre la principessa Altamira il ricordo delle due giovani e il cruccio che la legge degli uomini avesse potuto stroncare nel sangue, nel dolore e nella violenza più atroce un tenerissimo amore.

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    Scritto da: Bruno Siciliano
    Riferimento:
    Dalla raccolta "i racconti delle Buona notte".

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