Scritto da: Guido Rojetti

La metamorfosi del destino


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...al confine dei banchi si arrestò voltandosi indietro.
Il controluce gli disegnava un'ombra femminile in procinto di entrare. Ora, il suo cuore sembrò sospendere per alcuni istanti il suo battito... Il rilascio dei muscoli gli schiuse la bocca senza mediare più ordini dal suo cervello. Il suo fiato e il suo avvenire si sospesero in quell'attimo infinitamente prezioso quanto illusorio, come una fragile sfera di cristallo in bilico sul sottile e magico velo nero dell'illusionista.
Poi, le enormi fauci inghiottirono anche l'ombra, sbarrandosi in un lamento mostruoso che riecheggiò rauco e possente come la lenta agonia di un predatore di un mondo ormai perduto.
L'ombra strisciò indisturbata attraverso il corridoio laterale sinistro e scomparve furtiva nell'angusto ambulacro dietro l'altare maggiore. Sul suo viso sempre più pallido, la fievole luce filtrata dall'esterno si spense, e un soffio gelido esalò sibilando da sotto il portale, dissolvendosi con il pulviscolo sollevato dal pavimento. Lui alzò gli occhi con le mani giunte premute sul petto, puntando lo sguardo tremulo all'abside, il punto più alto della volta, il collo a poggiare sulle spalle. Le gambe sottili e intirizzite dal freddo si scaldarono a vicenda strofinandosi fraterne nella nudità imposta dai suoi calzoncini ancora corti, e ... [segue »]

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    Scritto da: Guido Rojetti
    Dedica:
    A zia Rosina e a mamma Lucia.

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