Scritto da: Andrea Manfrè

La mucca Bianchina e la forza del progresso


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...mondo di semplicità e di purezza che tendeva al tramonto. E venne il giorno in cui anche i Poldre decisero di modernizzarsi eliminando la stalla e di conseguenza anche la mucca. Si doveva decidere che fare della Bianchina: le ragazze, ormai sposate, volevano che fosse venduta ad una moderna azienda zootecnica; ma nell'azienda non si accettavano mucche anziane. Fu giocoforza portarla al macello. Quella mattina la Bianchina si meravigliò che le facessero percorrere una strada nuova, inconsueta: non era la solita strada di terra battuta, ma una strada dura, asfaltata. Ogni tanto si fermava, come a riposare le stanche zampe. Ma quando arrivò all'imbocco della strada del macello, sebbene non fosse mai stata da quelle parti, intuì la morte imminente e non volle più sentirne di andare avanti. Il vecchio Poldre allora fece una cosa che non aveva mai fatto con lei: frustarla. Però questo non bastò a farla muovere di un centimetro. Bisognò chiamare in soccorso tre o quattro uomini di passaggio e poi gli addetti del macello, che con corde e catene riuscirono a trascinarla al patibolo. Al vecchio Poldre si spezzava il cuore nel vedere maltrattata la sua Bianchina... Ma inutilmente la bestia si rivolgeva a lui con lunghi sguardi che esprimevano incredulità e imploravano pietà: il padrone non sembrava più quello che aveva usato dirle paroline piacevoli alle orecchie e purtroppo il progresso esigeva le sue vittime. E sul tavolo della rinnovata cucina dei Poldre rimase la fotografia della Bianchina coi fiori in bocca.

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