Scritto da: PaulVal

E alla fine si possiede solo ciò che si è dato


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...finalmente!
È felice di una felicità immensa, evidentemente eterna.
Con gli occhi chiusi vede delle ombre che a poco a poco s'innalzano. Il fondo oscuro si allarga come immerso in un lago di buio. Questo è il tramonto di ogni luce, il crepuscolo nell'orizzonte degli eventi, i vari universi paralleli che convergono in un unico punto, qui, ora...
Cosa è quell'onda altissima, quell'onda profondissima di buio che gli cade addosso?
... è un buio di una luce intensa... laggiù... sta tornando a casa... è una vita che manca... ... ... ... ... ... ... ... . . . . . ...
Nello stesso momento, non molto distante da lì, in quella stessa grigia nottata autunnale, in silenzio una donna non bella ma tanta, simile a una nave da crociera, con il suo culo lascivo e smisurato, con l'alito che sa di cane bagnato, è riuscita a eludere la sorveglianza ed è salita sul cornicione dell'ultimo piano di un ospedale psichiatrico di periferia.
Il cielo è nero cobalto, con strani riverberi rosso magenta: la pelle della notte è tutta lì, pronta per essere toccata. Un freddo umiliante le entra nelle ossa. L'unica nota di rilievo pare essere quella calma opprimente che sale dal baratro che intuisce davanti a sé.
È un attimo per lei allungare un passo e affidarsi al buio di un destino che è stato, che è, e che mai più sarà. Stranamente si rende conto di non avere paura, anzi, di provare addirittura sollievo. Uno struggente e intenso profumo di viole astrali le penetra dentro: l'essenza della sua anima si può finalmente liberare nella gioia di vuoto eterno. Allunga il passo e... e... e alla fine si possiede solo ciò che si è dato!
Composto giovedì 15 gennaio 2015

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