Scritto da: Emilio Mazzon

Angela


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Angela lavorava felice, quel giorno. Le mani si muovevano svelte, il sole filtrava tra i vetri della serra, la temperatura all'interno era semplicemente perfetta. Un bellissimo giorno di Marzo, migliaia di piantine da trapiantare aspettavano sul bancone, ma a lei era sempre piaciuto trapiantare le piccole piante appena nate nei vasi appena più grandi. Le dava un senso di ordine e, perché no, di liberazione.
Sia chiaro: lei era il capo, non aveva nessun bisogno di stare lì a lavorare, per quello c'erano i dipendenti. È che le piaceva davvero.
Ci aveva messo tanta fatica per costruire quel posto, farlo diventare grande.
I terreni, i macchinari, i clienti.
Oddio, non è che avesse fatto tutto da sola. L'aveva fatto con suo marito, ma adesso era rimasta sola e se la cavava alla grande.
Ecco, suo marito. O meglio, la scomparsa di suo marito: quello era il motivo per cui quel giorno l'azienda era piena zeppa di poliziotti vestiti di bianco.
Reparto scientifico, ris per la precisione.
Erano tre mesi esatti che di lui si erano perse le tracce, poco prima di Natale.
Un Natale come tanti altri, dove lui, se ci fosse stato, si sarebbe alzato da tavola ogni tanto,... [segue »]

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