Scritto da: Pasquale Rimoli

Perso nella pineta


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...timidi passi. Continuo lungo il mio percorso, incerto sul prosieguo. Ora mi fermo, ora mi appoggio, ora attendo e dopo la luce il boato e si torna nell'oscurità.

L'aria è permeata da diversi odori: ridenti fantasmi che lasciano la loro scia profumata. Fiuto il ginepro. Tuttavia il mio naso è attratto da un odore molto più forte ma gradevole. Mi riesce difficile, all'inizio, riconoscerlo ma poi mi è ben chiaro: ginestra. Lo sento, lo sento bene. È qui, è intorno a me, è dentro di me. Pare si voglia prender gioco della guerra che il cielo ha mosso contro il mondo. Inspiro profondamente: è il mio nuovo ossigeno e la mia unica speranza. Ne sono saturo ma non mi basta. Come uno dei tanti alberi attorno a me, mi lascio scavare la mia corteccia affinché diventi la mia nuova linfa. Man mano che cammino, se possibile, diventa sempre più intenso, come se volesse guidarmi. Dimentico dei tronchi e dei rovi, del tutto insensibile alla pioggia e al freddo, mi faccio strada e, con inaspettata scaltrezza, avanzo a rapidi passi, sicuro dell'approssimarsi di una meta la cui posizione ignoro ma che so esistere.

Non so quanta strada percorro ma, a un ... [segue »]

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    Scritto da: Pasquale Rimoli
    Riferimento:
    Il racconto è una rielaborazione in prosa de "La pioggia nel pineto" di Gabriele d'Annunzio. È il primo esperimento del blog "Se le poesie potessero parlare".

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