Il mio cuore ha epoche storiche e vento tra le stagioni. Si ammanta di correnti letterarie e filosofie di pensiero districandosi tra pagine ingiallite di storie inventate, al limite del surreale. Zampilla tra i getti di sassi formandosi dita a seguire i cerchi nell'acqua e gracida negli stagni, facendo eco distorta alle ninfee nell'alitare sul pelo d'acqua. Goffo. Bizzarro. Trasuda di palpiti che vengono meno come i passi di uno zoppo che arranca in salita. Precipita nelle discese. In caduta libera verso i fondali, passando per le gradazioni di colore, dal turchese all'ottanio, e in mezzo, dal cristallino al cupo e, trasparente, tende ad opacizzarsi sui sussulti, poi, un balzo sul tumulto. Sosta. A sud del petto quando incontra la mano sul seno. Tergiversa ad oriente e si leva il sole sul respiro ed il cielo si tinge di fiato e solfeggio tra la nebbia mattutina che sembra mare, rada e bassa. Di domenica mattina, vorrei mi dormissi accanto per descrivertelo meglio.
bella,sinuosa,sembra quasi una ballata tra le righe,sensuale..non sono uno scrittore ma posso dirti che quello che volevi far percepire attraverso le parole di questa poesia è arrivato,a me è arrivato
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