Epigrafe di un viaggio


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Che cosa volevo dire? Quale cazzo di diga nel cervello ha reso l'ondanomala delle emozioni un semplice getto di piscio?
La barca dei sentimenti si è schiantata contro il cemento di un riparo posticcio, creato perché tutti a valle possano "godersi" una prevedibile tranquillità.
La corrente su cui viaggiava dissolta in un frastuono lontano e impercettibile.
Affogare o tentare il grande salto? Cercare la riva ai margini del corso sarebbe peggio di una comprensibile sconfitta.
Gli eroi stanno su una lapide e i furbi su un carro d'oro. Nel mezzo ci sono quelli che, forse, avevano capito. Senza far rumore.
Un applauso qua e là.
Partire è più importante che darsi una meta. O no!?
Chissà. Sicuramente meglio del darsela per poi non partire.
Non porto con me alcuna mappa perché non saprei seguirla. Non fa parte del mio essere, né del mio istinto invadente.
La "voglia di casa" fa luce come una lampadina intermittente, basta girasi verso il buio per sentire l'adrenalina. Che a volte è l'unica benzina di un motore che perde colpi ma non ti abbandona.
Boom
Booooom. Bang!
Non ti guardi le ferite perché il resoconto della guerra si fa alla fine. E a volte è ancora troppo presto.
L'isola ... [segue »]
Composto lunedì 10 gennaio 2011

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