Scritto da: Nino Raf. Giuffré

Paolino ha caldo al mulo


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...di andare in zoccoli per l'asciutto?
Paolino ebbe un chiamo di natura. Sembrò brusco che quelle anime erranti in su la strada fossero state messe a lato per allargheggiare a nuovi appetiti, di eco irresistibilmente sirenoso. Una calura, un fremito sanguoso corse in tutto lo scodellone del figlio della Pentapoli, e ammiccava ammiccava come una banditrice che vende la ricciòla.
-Quanto sei vastaso, Saverio.
-Ah? Io? E tu con quell'occhio femminino?
-Per me... lo sai...
-è che dentro la macchina ci viene male. Dobbiamo aspettare, aspettare dobbiamo, fino a che non siamo alla coperta.
-Ferma'sta carriola.
-Perché?
-Non vedi? Non passa'na jatta.
-Qua?
-Sì... quaqua. Vediamo come sai cavalcare al muletto.
Le grida piacerose e i toccatocca continui fecero da cornice, neanche assai bellina, all'imbarazzo della vita. Due piagnevano ininterrotti sotto la pioggia, due già non osservavano più vigilie, quattro tempora, quaresima o festicciola del caso.
Composto giovedì 13 gennaio 2011

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