I suoi occhi si riempirono di lacrime e brillarono. Per la prima volta li vidi risplendere alla luce del sole. - C'è chi ha rotto i tuoi pilastri, chi se ne è dimenticato, chi ha cercato di tenerli su, chi con un calcio li ha gettati a terra come se non avessero alcuna importanza, chi li ha seppelliti, chi li ha scalfiti, chi li ha battuti... - Mi guardò come se non l'avesse mai fatto in tutto quel tempo. - Ma a te è data una possibilità. Non al te bambino, che ormai ha le cicatrici addosso. Non al te ragazzo, che è altrettanto ferito ed illuso. Ma semplicemente a te. Tu puoi non ricostruire, ma, riporre le fondamenta di questi pilastri. Puoi costruire quello che hai desiderato. Ma puoi fare ancora una cosa. Puoi condividerlo. Questo puoi regalarlo a te e a chi ci sarà con e dopo di te. - Mi strinse la mano nella sua. - È questo che fa di te un uomo forte. L'esserti sporcato tra le macerie ed esserne uscito vivo con ciò che hai visto e ciò che ancora puoi vedere.
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