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...del vecchio li riporta in vita.

Allora sciamano via dalle stanze, senza mettersi panni addosso, neanche passando dal sollievo di un po' d'acqua sugli occhi, nelle mani. Con gli odori del sonno tra i capelli e nei denti, ci incrociamo nei corridoi, per le scale, all'uscita delle stanze, abbracciandoci come esuli di ritorno da qualche terra lontana, increduli per essere scampati a quell'incantesimo che ci sembra la notte. Dispersi dal sonno obbligato, torniamo a costituirci come famiglia e sfociamo a pian terreno nella grande sala delle colazioni come un fiume carsico adesso uscito alla luce, presagendo il mare. Lo facciamo per lo più ridendo.

Un mare apparecchiato è infatti la tavola delle colazioni - termine che nessuno ha mai pensato di usare al singolare, dove solo un plurale può restituire la ricchezza, l'abbondanza e l'irragionevole durata. Evidente è il senso pagano di ringraziamento - la calamità a cui si è scampati, il sonno. Su tutto veglia l'impercettibile scivolare di Modesto e di due camerieri. In un giorno normale, né di quaresima né di festa, l'ordinario apparato offre pane tostato bianco e bruno, riccioli di burro appoggiati sull'argento, confettura di nove frutti, miele e castagnata, otto tipi di pasticceria culminanti in ... [segue »]

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