Il ferroviere e la bambina


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...rassicurata dalla tranquillità dell'uccellino, spostò il suo tenero ditino dal becco al minuscolo capo del volatile, dove il suo tatto trovò la piacevole sensazione di toccare il morbido e giovane piumaggio, arrivando all'esile collo che mostrava quella piccola piuma bianca e candida come una nuvola, mentre le zampette corte, ma robuste graffiavano inconsapevolmente il dorso della mano della bambina, la quale sapeva che erano innocue di fronte all'innocenza di un tale tesserino.
L'uccellino si lasciava accarezzare dolcemente mentre mangiava, perché sapeva che non poteva esserci un cuore più puro e sincero di quello della bambina e di tanto in tanto alzava il piccolo capo per guardare gli occhi della sua ormai padroncina, nei quali vi leggeva un infinito amore.
La bambina aveva deciso anche un nome per il suo uccellino, il quale non era un vero e proprio nome, ma soprattutto un soprannome che lo riconosceva fra tutti gli altri: il'ferrovierè.
Lei scelse proprio questo nome, perché solo il suo piccolo amico quando le faceva visita proveniva sempre dalla ferrovia.
La bambina era tentata di rivelare la sua tenera amicizia alla mamma, ma sapeva che non le avrebbe creduto, soprattutto perché un uccellino non si lascerebbe avvicinare così tanto per ... [segue »]
Composto mercoledì 9 giugno 2010

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    Info

    Riferimento:
    Racconto inedito di Francesca Ghiribelli con cui ha vinto il primo premio al concorso nazionale letterario "Maribruna Toni 2009".
    Dedica:
    A chi crede nei piccoli segnali che il cielo ogni tanto ci manda.

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