Questo racconto poetico è dedicato alla memoria di una persona buona che non ha vissuto abbastanza per ricevere tutto l'amore che meritava e che ha consumato il suo nella sofferenza.
Ad accompagnar nell'ultimo viaggio una giovine donna, c'eran tutti. In prima fila alcune nonne centenarie, capo chino, a stillar lacrime varie. Tristezza nel pensiero che se la dama nera arriva nel sentiero... né di bontà lei dà ragione, né d'età o pietà ha compassione; né strazio e dolor risparmia, la sorella vita, a chi veder soffrir, soffre e dentro al cuore, stanca, l'anima cresce... un po' appassita. C'è chi nel destino ha priva la gioia d'avere un bambino e chiude gli occhi rapìto, immaginando il risveglio in altro mondo, al suono di un vagito. Incredulità, rabbia, tormento, speranza, rassegnazione, impotenza... i sentimenti attraversano sentieri e oggi nella polvere si è ciò che si era ieri... Così la giovin donna se ne andava via... tra le parole del Vangelo, un po' d'incenso... e così sia, lasciando umanità nel suo ricordo e quel marito... occhi spauriti e nelle orecchie... sordo. Che tenerezza e compassione, con gli intestini arrovellati all'emozione mentre un'offerta sostituiva un fiore, l'aria si riempiva di calore e la chiesa si svuotava piano di quel sudore umano. Intanto la vita, tra pieni e vuoti, continuando andrà e ci terrà mano... a quel che Dio vorrà.
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