Quando il cielo si apre.


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...sa di fare qualcosa di inutile tentò di aprirla e invece questa volta ci riuscì senza alcun sforzo. Sbalordita del fatto che la cosa non l'aveva per nulla stupita estrasse il dischetto e senza esitare vi scrisse "io voglio morire". Lo ripose sulla custodia poi dentro la busta e richiuse il cassetto.
I giorni andavano via portandosi con loro i chili, il fegato e tutto quanto lei gli offriva ben volentieri e senza ombra di parsimonia.
Per sé teneva gelosamente le sue lacrime che osservava compiaciuta da sotto il suo splendido ombrello color vergogna.
Nella tarda mattina, tra un Natale che i nonni si sforzarono al massimo di dargli, se non altro, una parvenza dignitosa e un Capodanno che preludeva una copia del Natale appena consumato, dalla sua camera Elisabetta sentì i nonni con un tono un po' imbarazzato usare l'italiano misto al dialetto, orrenda cosa, e la voce di un uomo che essendoci nato da quelle parti, usava solo il dialetto.
La ragazza aprì la porta quanto bastava per vedere il visitatore e trasalì. Era lui, quel bastardo che non aveva risposto alla sua e-mail. Si vestì, si diede un leggero trucco a tempo di record e interruppe la ... [segue »]

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