I Sogni di Astrid


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...dallo stanzino della cassa. "No! Dimmi che sta solo chiacchierando, che non ha comprato niente!" Astrid si avvicinò alla cassa quasi di corsa, e inorridì quando vide un pacchetto marroncino e malfatto dall'inconfondibile forma di un libro, in mano alla zia. "Vieni Astvid! Ho tvovato un libvo pev te! Sono sicuva che ti piacevà! Tovniamo a casa o la mamma si pveoccupevà!" "Come no! Mi vedi due volte l'anno, a Natale e al mio compleanno, non sai nemmeno pronunciare il mio nome e pretendi di sapere cosa mi piace! Inoltre sono le cinque di pomeriggio e a casa mia non c'è nessuno fino alle sette di sera!" Astrid dovette trattenersi per non urlare quelle parole. Sorrise e la seguì sulla sua cinquecento bianca che sembrava reduce da un bombardamento atomico. Il viaggio dal centro del paese alla casa in campagna sarebbe durato dieci o quindici minuti, ma la zia sbagliò strada due volte e quando arrivarono alla casa erano le sei meno un quarto. Durante il tragitto Astrid aveva cercato di estorcere alla zia il titolo del libro per cercarlo su internet, ma la zia non cedette. Rabbiosa dentro, ma tranquilla all'apparenza scese di corsa dall'auto e si fiondò, chiavi ... [segue »]
Composto venerdì 11 novembre 2011

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