Scritto da: simonciu887

Il paese che non c'è più


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...sue orecchie. L’avrebbe fatto eccome: sarebbe tornata indietro, a rivivere daccapo altre cento vite, compresa quella che non stavo vedendo io, amando un’altra volta se avesse potuto. Riacquistando anche la mia giovinezza. I vecchi non servono a nulla - diceva sempre lei - se non a tramandare la memoria , ma io, invece, pensavo che i vecchi servivano a dimostrarci che anche il nostro tempo sarebbe passato.  

E lei dov’era finita? Era sopravvissuta alla furia della terra? Sobbalzavo al minimo rumore, affrettandomi a strizzare l’occhio allo spioncino della porta per vederla salire le scale nella sua veste fiorita, con il suo fare lento, un passo dopo l’altro. È viva, mi dicevo, e da pessimista incallita quale ero non solo ero diventata ottimista, ma riuscivo anche a piangere. Quella notte io e Fabrizio facemmo l’amore completamente spogliati, con le mani strette e le luci accese. Restammo abbracciati, mentre lui con la testa poggiata sul mio seno respirava forte, come un bambino piccolo che sussulta nei singhiozzi del pianto sul cuore della mamma. Era la quadratura del cerchio, il  luogo d’unione delle mie due metà - ero guarita - e me ne accorgevo solo adesso che lei non c’era più.    

Dopo tre giorni ... [segue »]

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    Scritto da: simonciu887
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    #IORESTOACASAeSCRIVO

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