Poesie inserite da Teresa Libroia

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Scritta da: Teresa Libroia
Me ne sto qui, affacciata alla finestra
e guardo i ricordi
Che pian piano appaiono dal nulla.
Sembrano tanti piccoli bambini
Impauriti e un po' timidi,
Corrono di qua e di là e
Faccio fatica a seguirli.
Me ne sto qui, affacciata alla finestra
e lascio cadere questo buio nel cuore.
Ma non ho paura.
Adesso sono forte.
Me ne sto qui, affacciata alla finestra
tutte le notti,
guardo le macchine sfrecciare,
veloci e incuranti
della città morta,
delle insicurezze che camminano per strada smarrite
e delle persone che le inseguono per distruggerle.
Di notte c'è tanto baccano...
Urlano le mura dei palazzi, le strade, le anime, i letti, i corpi.
Urla tutto nella testa.
Ed io me ne sto qui affacciata alla finestra,
perché dentro tutto rimbomba
e le stelle sono vicine.
Me ne sto qui, affacciata alla finestra
e celo, dietro questo vetro
sporco di solitudine,
un mondo pieno di vita,
che non sa più vivere.
Composta mercoledì 25 maggio 2016
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    Scritta da: Teresa Libroia

    Antico lamento

    Cammino con piedi di piombo,
    una nota distorta nella mia testa.
    Gli uccelli muoiono
    cadendo giù in picchiata
    ripudiati dal loro amato cielo rosso sangue.
    Tutto è in bianco e in nero qui giù,
    hanno perso il colore il mare, i prati,
    le farfalle.
    Han perso colore le persone che
    giran per strada col sorriso sfocato
    assieme ai sentimenti.
    Io sono rossa invece, come quel cielo
    che ha assorbito tutti i mali del mondo.
    Rossa d'amore.
    Rossa di dolore.
    Rossa di vergogna.
    Sento violini che stridono il mio dolore.
    Ed io non riconosco più il mio odore.
    Non riconosco più casa mia.
    E non mi sento realmente mia.
    Cammino in un deserto di vita stonata
    assaporo una ciotola di fiori appassiti
    che filtra morte.
    Ricordo una valle e un fiume ai piedi di quel monte.
    Non ci sono più le anguille e le rane
    Vedo solo cadaveri putridi che fissano il nulla.
    Tutto sfiorisce e sbiadisce,
    le mura delle case, la luce, i bambini.
    Sono tutti muti mentre
    l'abbandono rapisce ogni cosa
    e il nero sposa le nostre carni.
    Composta venerdì 16 dicembre 2011
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      Scritta da: Teresa Libroia
      In silenzio cammini
      su questo logoro marciapiede,
      triste e solo come le foglie portate via dal vento.
      T'accompagnano sul tuo viso lacrime d'uomo.
      La pioggia cade e corrode anche i sogni
      che scompaiono sempre più
      divorati dalla nebbia che
      abissa il cuore nell'oceano nero della disperazione.
      Anche stasera non riesco a dormire.
      Su questo letto le emozioni appassiscono.
      Cade amara la nebbia negli occhi
      mentre stringo forte a me la tua ombra.
      Mi violenta la voglia di piangere.
      Ti guardo sorridermi e ritorni impaziente nel tuo mondo.
      Quante parole si sono perse quando mi amavi?
      Quanto amore si è perso mentre andavi via?
      La tua schiena dura nascondeva
      le tue lacrime d'uomo
      così dure, acide e pesanti
      da creare solchi all'anima indelebili.
      Anche stasera è buio con te,
      svanisci piano
      mentre mi sfiori il cuore con pensieri d'amore.
      Sento scoppiarlo e vorrei strapparmelo.
      Maledetto, non riesce mai a mentirmi.
      Brucia il fuoco dell'amore troppo in fretta in me.
      Il tuo viso è già cenere e vola via
      insieme alle riarse foglie
      in questa spoglia valle, bagnata
      dal liquido gelido degli amori perduti.
      Composta mercoledì 23 novembre 2011
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        Scritta da: Teresa Libroia
        Come mi piace guardarti silenziosamente
        quando ti perdi nell'immensità del mare con gli occhi lucidi,
        chissà a cosa pensi.
        Come mi piace guardarti
        mentre ti perdi in quei lunghi discorsi,
        un po' stravaganti e assurdi,
        ma così magici mentre ne parli...
        come mi piace prenderti
        tra le mie braccia
        tra una risata e una carezza e
        sentirti così vicino a me.
        Non è paragonabile ad un sogno ciò che provo...
        troppi brividi esplodono in me...
        ed è un calore così dolce che
        vorrei urlarlo al mondo che ti amo...
        cosa posso farci,
        mi piace guardarti mentre ti perdi...
        e amo perdermi con te.
        Composta giovedì 29 settembre 2011
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          Scritta da: Teresa Libroia

          Cos'è che resterà di me su questa terra?

          Cos'è che resterà di me su questa terra?
          Altro non son che pallida luce che s'affieviolisce.
          Altro non son che un papavero mutilato
          dal suo primo Amor,
          un ortensia che, Ahimè, non appassisce.
          Cos'è che resterà di me?
          Il mio volto, il mio principio, la mia scomparsa.
          Mai si darà ascolto alle mie mute parole,
          alle lacrime d'inchiostro, alla stanchezza,
          al dolore, agli affanni che, maligna,
          questa vita ha scaraventato nella mia anima.
          Quanti macigni sul cuore,
          Quante frecce al cuore,
          Quante pugnalate nel cuore.
          Nessuno mai saprà che tutto ciò che
          un tempo mi rese felice, mi ha bruciato dentro.
          Ho ustionate le pareti del cuore
          che vergognoso si ritira,
          malinconico di solitudine e di vita.
          Pauroso di scherni e trappole,
          trema ad una tenera carezza,
          scappa alla nascita di un nuovo tepore,
          folle diventa volente nolente.
          Divento ora come un gracile Soffione che
          esplode splendente nella tempesta bruna
          e implode vita nella quiete morente.
          Composta lunedì 2 maggio 2011
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            Scritta da: Teresa Libroia

            Io non so parlar d'amore

            Io non so parlar d'amore
            eppur mi cimento in quest'ignoto.
            Perché mai l'hai fatto freddo cuore?
            Com'è che hai cristallizzato l'amore?
            Mai un ti amo uscito da questa bocca,
            nessuno vi era per ascoltarlo,
            eppur nel cimitero freddo ve ne sono molti
            rivolti ad un sol volto.
            Io mai amai.
            Ma amai il calore che i ricordi
            di lui mi sprigionavano dentro.
            Il calore che ricordando, faceva sentir viva la mia morte.
            E così m'innamorai.
            Ma della tua mancanza e
            sol ora illuminata penso che se tu
            qui fossi, questo fiume pieno d'amore
            non ci sarebbe ad invadermi l'anima.
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              Scritta da: Teresa Libroia

              Ode alla melanconia

              Cara melanconia,
              sempre più mi porti via.
              Compagna della mia stanca vita,
              d'emozioni marce riempi quest'arida anima
              che assetata di vita, si avventa, perdendo
              un'altra goccia della sua riserva.
              Cara melanconia,
              quanta vita succhi via.
              Non sai di quanta gioia privi un'anima e
              quanti squarci infliggi a questo tempo.
              Arrivi all'improvviso, invadi, ma non è dimora tua,
              e poi che fai? Saccheggi.
              Sempre il più prezioso nettare egoista prendi,
              oh povera essenza dell'anima mia, spogliata sei
              e nuda giaci violentata e privata, lasciata sola
              con un rivolo di sangue.
              Composta lunedì 18 aprile 2011
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                Scritta da: Teresa Libroia

                Nulla

                Mai nulla saprete della mia vita
                che muta lascerà questa valle
                per non turbar gli animi che la amarono.
                Il male la spolpa piano piano...
                Non di continuo, no... Ma la lacera
                profondamente lasciando sgorgar
                dalle ferite tutto il bello che vi è.
                Quando poi il Male, lascia gli artigli a riposar,
                ella lecca le ferite per tentar di ricucir
                i fil strappati di felicità.
                Inutile, bella mia. La felicità non ritorna.
                Partorirai un nuovo dolore ancora.
                Piccoli figli di cui nessuno sarà memore.
                Li accudirai da sola, isolata dal mondo,
                li su, guardando questa valle decadere
                sotto grossi macigni opachi
                di sogni spezzati.
                Composta mercoledì 16 febbraio 2011
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                  Scritta da: Teresa Libroia

                  Tu cielo, io formica...

                  E rincorro pezzi di cielo fatti di te
                  e quanto invidio le nuvole che
                  possono il tuo volto accarezzar;
                  e quanto invidio gli uccelli che
                  posson il tuo volto baciar.
                  Già tanto quanto invidio le stelle che
                  posson, quando hai paura,
                  regalarti la luce;
                  Tanto quanto invidio la luna che
                  può seguirti nel tuo cammino
                  alleviandoti i dolori.
                  Mentre io sol da qui ti posso ammirar,
                  senza speranza di poterti amar,
                  ma posso sol raccoglier e baciar le tue lacrime
                  quando il tuo ferito cuore piange e
                  la pioggia amara cade.
                  Composta mercoledì 16 febbraio 2011
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                    Scritta da: Teresa Libroia
                    Non si ricomincia da qui.
                    In questo luogo memore di tutti i miei affanni.
                    Via non posso andar e la morte tituba a chiamarmi.
                    Son forse troppo pessimista riguardo questa vita?
                    Forse. Ma questi miei affanni sono troppi per i miei anni.
                    Non riesco a metterli da parte e a far finta di nulla.
                    E poi c'è che ognuno, il dolore, se lo figura a modo suo, lo sente a modo suo.
                    Cos'è che rende felici? Un amore? una carezza? un abbraccio? un bacio? a me no.
                    Mi vien da vomitar al sol pensiero. Io non amo.
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