Poesie inserite da Poesie Sebastia Giunta

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Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

Idiozia

Nella mediocrità che mi propino
ruzzolano lacrime rosse come il vino
Dicono che non sono nata per accontentarmi
Che quando sbaglio devo fermarmi
Ma in questa insensata quotidianità
Ho poco chiaro il giorno con la notte, le ore con l'età.
Si fa sera e mi spoglio
sistemando in viso un sorriso che non voglio
Oggi è un giorno immutabile a ieri...
dove sono finiti i miei sorrisi sinceri?
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    Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

    Peonia

    Porti con te,
    La naturale eleganza di una rosa,
    lo sguardo di tutti in te si posa.
    Ragazza bella affascinante
    Occhi, scintille di diamante.
    L'eleganza esaltata da ogni dettaglio
    Accecante come un abbaglio.
    Come profumo di peonia è la tua essenza
    Di quercia la tua intelligenza.
    Il corpo tuo effimero e buono
    Si muove danzante spargendo suono.
    Illumini il mio viso con i tuoi sorrisi
    Di riflessi languidi e decisi.
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      Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

      La stagione nel sole

      Voglio guardare la stagione nel sole
      Le nuvole sostare dallo spettacolare cielo.
      Voglio fermarmi a pescare raggi del sole,
      lanciarli come missili nella buia città.
      Voglio mangiare con te le nuvole
      Distesi a guardare il sole se ti va.
      Il pomeriggio sta finendo,
      l'arancione infesterà.
      Solitudine tu scendi
      Con l'ombra dell'infelicità.
      Ho giocato tutto il tempo della stagione
      Di cadere non mi va.
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        Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

        Non volevo morire

        Alienato
        è il dolore che cerco di spiegare,
        Picchiato
        come un sasso
        e da quel calcio si è allontanato
        Per arrivare
        nello sciame dei passanti della domenica mattina.
        Erano i miei aspetti
        di una vita che non ti aspetti, aspettava troppo
        e non aspettava lei.
        Attendeva col corpo steso sulla terra fertile
        coperta dalla pietà di un ramo di budlera.
        Era nel giardino delle cazzate
        quelle che me le sono inventate
        per non morire.
        Non volevo morire!
        Con le mani che soffocavano un pensiero
        cullato dal petto e messo a dormire.
        Ho disegnato un intrattenente lungo giorno.
        Verde e disgustoso
        il sangue del futuro
        è la mia prospettiva,
        gocciola il vino dalla bocca del serpente.
        La bellezza del sorriso triste e sordo
        è il mio bastone.
        Si drizza la schiena e si colora la fronte.

        Sto piegando la schiena
        Per toccare l'occhio del destino.
        Ho parlato al sordo di uno schiaffo che non so perdonare,
        la signora indifferenza
        mi passò d'avanti ridendomi in faccia.
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          Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

          L'amore che ci accade

          Perché i tuoi occhi,
          quando si soffermano nei miei...
          Era solo un attimo distratto...
          Sono cascate di cielo piene di stelle d'agosto?
          E si infrangono,
          e si distendono,
          sulle linee del mio volto
          che contemplano e ammirano
          il fuoco che con amore pervade.
          Perché nascondi le parole
          con pugni stretti nelle tasche?
          Sui tuoi passi erano i fiori
          che spargevo per fare sublime il tuo rispondere.
          Tra le tue e le mie mani si prevede
          il tempo del nostro amore.
          Parlami del tuo giorno migliore
          mi farò immagine della tua felicità.
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            Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

            Ermetica notte

            I mondi che attraversano,
            E i corpi che fuori restano.
            Tra le dita l'alba spiavo,
            Lacrime veloci assaggiavo.
            Era nuda come un tempo estraneo,
            Un fervido dolore così momentaneo.
            Che di ascoltare il rumore che mi porti,
            Che di calpestare i frutti morti,
            Io non mi stanco.
            Poggia il sentimento come un vaso su un tavolo bianco.
            I piedi fatti di capelli e sabbia,
            La faccia che ha preso pugni è di rabbia.
            Il cigolio di una porta che balla nel vento,
            Il suo volto pieno di spavento.
            Piange la luna con i suoi crateri,
            Sepolti e profondi sono i suoi misteri,
            Nel respiro della notte resta il segreto,
            Sussurra parole di un antico alfabeto.
            Cupo splendore
            Pungente e buono il suo odore.
            Mi porti il fuoco
            Mi porti una strada che si apre dal vuoto.
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              Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

              Coma

              Non ride il mio dolore,
              Non rinnega il mio amore.
              Perché la barca dolce naviga in un lago di pensieri.
              Come alghe fluttuanti negli abissi tetri
              poi riemergi e luce densa veste il tuo corpo.
              Il cappello che ripara dall'inverno.
              Ho pensato e ho mangiato lentamente, un ora
              nottambula e depressa.
              Vorrei, come un fiore,
              Che lentamente s'apre e nuda e tremante
              Si fa ammirare.
              Io ti attendo
              le tue dita,
              Che pettinano le lacrime disordinate del giorno.
              Era inchiostro sparso
              sul pavimento,
              Il tappeto
              che accompagnava i tuoi passi.
              Lanciami nell'aria
              Fammi esplodere dentro una bomba.
              Ho strappato via immagini
              Per lasciare liberi i polsi.
              Non vedo più le vene.
              La saliva che profuma
              il tuo risveglio.
              Pozione idilliaca del nostro amore.
              Si sciolgono le vesti
              Narici nuove a primavera.
              La tua schiena è il mio tetto.
              La dimora di un nuovo dolore dal profumo pungente e
              metallico è il mistero.
              Un mantello ci proteggeva dalla tempesta dei tuoi forse.
              Mi parlavi di promesse in autunno,
              mi dicevi che è viola tinto il tuo risveglio.
              Ora come un saggio parla,
              Il vecchio cuore che coi pugni ha strappato
              ancora alla morte il suo destino.
              Nessun rumore.
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                Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

                Come te io per te l'amore

                Le labbra tue e le labbra mie
                condividono petali di edera che ci unisce.
                Ho trovato i tuoi occhi scuri sui pensieri chiari che si coloravano di te.
                Le mie mani e le tue, come radici dello stesso albero
                si incrociano e scavano per la terra fresca,
                si dissetano di pura acqua.
                È triste se non sento umidi passi arrivare al mio udito
                e diventare melodia sofferente cantilena.
                Sei come un cielo quando scorgo dalla finestra che è mattino
                e mi accorgo di essere velo che ti cela
                come sole dietro la collina.
                Un cuore che si appassiona non si accore di sanguinare amore,
                ed io come cascata esplodo sulla roccia del tuo essere confondendomi
                di spuma morbida e tonfi.
                Quando il vento ha iniziato a muoversi tu eri lontano e sulla sua groppa ti sono venuta a cercare.
                Cintura stretta sulle tue gambe che come rami sorreggono
                i frutti del mio sogno.
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                  Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

                  Effluvio nero

                  Ruzzolano gli occhi in figure cieche
                  Ho lasciato che il buio che avvolgesse la luce.
                  È vulnerabile il tramonto
                  infetta di nero inchiostro le idee
                  solitarie come corvi che sorvolano
                  uno scheletro di anni.
                  Effluvio nero,
                  Pallide mani,
                  Il sale indugiato sulle labbra del tempo.
                  Brucia e sanguina lento,
                  Gocce e ticchettio del tempo
                  cadenzano spasimo sconnesso.
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                    Scritta da: Poesie Sebastia Giunta

                    Arriva l'inverno

                    Non so quello che sarà
                    Non so se le certezze mie restano ancora
                    Nulla c'è di me dentro me
                    Quando le mani troppo piccole
                    Faticano a salvare
                    Lettere dal cielo che ha scritto la notte per farmi restare.
                    Io sto piangendo
                    Sta arrivando l'inverno.
                    Cerco una carezza sensuale
                    Che mi rifugi da ore di dolore.
                    Tu stai dormendo in balia di questo destino.
                    Ho gustato sapore
                    Di sogni lontani
                    Non so se lunga vita avrò
                    per fotografarli e mostrarli a te.
                    Vorrei ci curasse il tempo
                    Come un abbraccio fraterno.
                    Ma qui piove e non abbiamo un tetto x proteggerci.
                    Nel silenzio respiro piano
                    per non svegliarti mai
                    Continua a sognare almeno tu.
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