Poesie inserite da Maurizio Alberto

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Scritta da: Maurizio Alberto

Il sapore del corpo

Il corpo infine si distese
sussurrando armonioso
il bisogno supremo
di nuove carezze,
raccogliendo l'energia
del donare e dell'avere,
liberando i sogni
in estatiche dimensioni.
Divino l'avido tatto
nel raccolto finale
di un nuovo sapore,
distinguendo emozioni,
regalando saggezza
e perle di raro sudore
miste a gocce di rossore.
Amore è vivere
semplicemente suonare
uno strumento accordato
sui ritmi del solo sapore.
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    Scritta da: Maurizio Alberto

    Sangue senza senso

    Sul senso dell'uomo
    divinano caparbi
    discorsi e stralci di guerre.
    Sangue e parole
    si scagliano
    senza timore
    su secoli infiniti di cieco furore.
    Madri inermi rantolano
    come cadaveri potenziali
    in polveri e macerie
    di mancato pudore umano.
    Scorre il tempo
    al color dei boati,
    aritmici arieti
    di satanica evoluzione.
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      Scritta da: Maurizio Alberto

      L'amante

      Si disegna nei contorni,
      raccoglie pensieri
      dispensa sentieri,
      manifesta geometriche casuali
      fissate su un semplice acquisto.
      Sceglie il bianco o il colore
      senza mai rinunciare al sapore,
      vive eterna
      sul tempo senza fuoco,
      muove folle e speranze
      domina il mondo e le menti,
      gioca sul tatto
      o sullo spessore
      ignara spettatrice
      di vera emozione
      e di nuovo stupore.
      L'amante di oggi
      è leggera e serena,
      compagna fedele
      di penna e di scena,
      figlia di carta
      e d'un amore
      vuoto di pena.
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        Scritta da: Maurizio Alberto

        Nel tempo di un pensiero

        L'ultimo pensiero
        figlio di
        ardite emozioni,
        dubbi e sensazioni
        celano oscure
        il tumulto del tempo.
        Osservo il mondo
        e mi nascondo...
        leggo la vita
        nel suo passarmi
        tra le dita,
        accolgo i riflessi
        li accetto convessi,
        libero il vero
        nell'oro più nero.
        Mi fermo perdente
        nella realtà
        di un tempo
        diversamente
        scadente.
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