Poesie inserite da Mariella Buscemi

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Scritta da: Mariella Buscemi
Trafiggimi di spine la spina
e spira d'alito fresco sulle spire
col gusto del tuo respiro guasto
e
ponimi all'ombra dell'ambra
coprimi con foglie
proteggermi come fossi figlia
ed il tuo giaciglio mi sia culla
e le tue braccia, cella,
il sole non mi bruci,
ma non mi renda sola,
scostami ogni velo
e fà ch'io prenda il volo
libera dai rovi di more
bagnarmi nel tuo mare.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    Spezzate le mie ali
    lato oscuro delle mie farfalle
    trascinarsi sul ventre
    - come larve -
    'ché la vita m'è fatica
    ed il terrificante terrore
    è lo scheletro molle
    che mi sostenta l'avanzare

    Trattenuta da spilli
    fissa all'intonaco
    martoriata
    dimeno ciò che ancora mi è soffio
    tra le membrane del respiro
    e che generi tormenta
    in chi m'ha sciupata
    - tremenda disfatta -

    Ciò che è agonia
    sia pretesa di rinascita
    nel solco di terra
    tramutarsi
    presto
    in volo.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      Mi è antico questo mare,
      si fa rivolo e corso interiore,
      a ridosso d'una mareggiata crepuscolare.
      Mi coglie la china
      e mi abbandona sulle rive dell'anima
      ventuno grammi di detriti,
      macerie di onde crudeli
      che mi lasciano il cuore bagnato
      e che nessun vespro fragile
      ha la forza d'asciugare.
      Ed è pianto
      che s'infrange sui polmoni
      come fossero scogli
      e l'urto d'una labile memoria
      s'inabissa in fondali
      e lento
      e calmo
      e spasmodico
      ed in tumulto,
      questo mare che mi è coscienza devastata,
      lo trascrivo su fogli d'alga
      con inchiostro salmastro,
      sul bagnasciuga d'un ricordo mesto.
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        È così immobile il mio pensiero
        che il cuore mi s'affatica per potergli stare dietro,
        fermarsi,
        anche lui
        e venir meno ai battiti,
        atrofizzarsi d'emozioni.
        Getto sull'asse del mentre
        un sorriso che possa sporcarmi il volto
        che stupri questa mia tristezza
        come una puttana di basso rango,
        s'avrà,
        così,
        l'esteriorità più finta,
        in nome d'una malinconia da proteggere
        possessivamente
        dentro.
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