Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
L'autunno pieno di foglie secche e colori
mi stordisce per la sua delicata bellezza.
Con il fruscio delle sue lacrime di pioggia
rinfresca la natura e il mio cuore in festa.

È il periodo che la terra matura insieme a noi
dopo tre mesi di sudori, calori, viaggi e amori.
Si vendemmia e si prepara il mosto in cantina
invecchiamo lenti sia noi che nelle botti il vino.

Sono mesi di sogni entrando nei freschi boschi
mentre cadono le foglie formando tappeti morti.
Nelle nuvole fugaci di un cielo in chiaro-oscuro
gli uccelli emigrano lontano da dove sono venuti.

È la stagione della nostalgia e degli umani ricordi,
il quieto autunno riposa dipingendo gli orizzonti.
Gli uomini si specchiano in occhi delle loro donne
mentre questi mesi tessono tele nuove nei tramonti.
Composta giovedì 30 novembre 2017
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    Cade lenta la pioggia di questo mese di ottobre
    su terra arida e secca bruciata dal sole di agosto.
    Il cielo grigio avvolge come sotto un velo di sposa
    questi giorni autunnali pieni di pace e profumi nuovi.

    La pioggerellina mi cade fresca e amica sulle mani
    mentre dagli occhi una lacrima lava occhi e pensieri.
    La natura è calma e tranquilla baciando il suo cielo
    mentre novelli sposi s'avvolgono sotto il bianco velo.

    L'autunno matura la terra e i suoi sorridenti abitanti
    che riprendono il ritmo del lavoro e la vita di sempre.
    La terra ogni giorno cambia di look sulle passerelle
    con fiori, tante foglie secche su colline e prati verdi.
    Composta giovedì 30 novembre 2017
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      La luce autunnale si posa leggera e diafana
      sui muri scalcinati di una casetta solitaria
      dove un vecchio con la sua pipa in bocca
      incensa le ore mentre i suoi sogni volano.

      Nella sua solitudine piena di anni e ricordi
      scrive i penultimi capitoli della sua storia
      leggendoli sulle rughe lunghe e profonde
      del suo viso smunto ma ricco di memoria.

      La poca luce del giorno sta scemando lenta
      il volto dell'anziano si riflette sul muretto:
      è una foto in bianco e nero piena di mistero
      quell'ombra in attesa dell'ultimo verdetto.
      Composta venerdì 30 novembre 2018
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Passeggiando nella nebbia di ottobre
        l'umidità mi lava soave il volto
        mentre il bastone batte il suolo
        pieno di ciottoli e di rovi.

        La nebbia si eleva lenta verso il cielo
        mentre i raggi del sole penetrano
        con dolcezza nei cristalli colorati
        di lacrime notturne.

        Penetra lento nei miei occhi chiari
        il buio della notte serena
        mentre l'aurora si sveglia
        smorzando l'ultima stella.

        Un airone pizzica il fiume che scende
        con la sua acqua color terra.
        I raggi di sole penetrano nell'acqua
        regalandomi una scia di luce
        nel mattino che si accende.
        Composta giovedì 30 novembre 2017
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          Gridano i fantasmi della notte affissi su muri
          dove la voce del nuovo giorno ammutolisce
          quando le finestre si spalancano alla luce
          per ascoltare il messaggio di uomini nudi.

          Camminano senza guardarsi le ombre mute
          nate nei bui crocicchi di strade deserte
          dove si nascondono i sogni dimenticati
          di uomini e donne che si lavano le mani.

          Il giorno rinchiude nei suoi occhi chiari
          le lacrime umane che lavano la notte.
          Si truccano gli umani come i pagliacci
          senza dare come questi dei messaggi.

          Arriverà il giorno che parleranno le ombre
          che portiamo appresso di giorno e di notte.
          Allora i misteriori fantasmi saremo tutti noi
          chiusi in noi stessi come castagne cotte.
          Composta venerdì 30 novembre 2018
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Le ombre del pomeriggio giocano col vento
            mentre sui rami degli alberi in altalena
            si rifugiano uccelli senza canto
            in attesa che spunti la luna
            con le prime stelle.

            Cadono a terra le prime foglie secche
            danzano nell'aria salutando i rami
            che le hanno regalato forma e vita
            guardando gli esseri umani
            prima dall'alto e adesso
            dal basso.

            Una volta a terra formano tappeti a colori
            pestati da tanti piedi senza dir parola.
            Qualcuno le raccoglie in silenzio
            meditando il suo passare del tempo
            da foglia verde a foglia secca.

            Sic transit gloria mundi
            diranno i vecchi ai giovani.
            La bellezza delle piante e dei fiori
            resta negli occhi e nel cuore.
            All'ombra di alberi frondosi siamo cresciuti,
            arriverà per tutti il giorno che saremo radici
            ascoltando i passi di esseri umani
            che cantano, piangono
            e si danno da fare.
            Composta giovedì 30 novembre 2017
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              La folla spinge la porta del tempo
              imbrattata di firme senza volti,
              impronte di mani bianche
              implorando di entrare
              nel regno della speranza.

              La porta solo si apre al tramonto
              di un giorno appeso ai colori
              di un arcobaleno nuovo
              pieno di pupille accese
              di gente senza nome.

              È un regno senza confini
              dove il tempo non ha inizio né fine.
              Aurore e tramonti
              servono da sfondo a colori
              dove le ombre risplendono
              ognuna con il suo nome.
              Composta venerdì 30 novembre 2018
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Il mattino ha baciato l'aurora
                vestita a festa nuziale
                su un orizzonte pieno di coriandoli
                giocando con fiori
                pieni di lucciole
                che ballano.

                Nel cielo di un azzurro pallido
                passano le gru in volo
                dirette in terre lontane
                in cerca di calore.

                Le ultime ombre giocano con la luce
                rintanandosi lente
                nei buchi della memoria
                di un uomo
                che legge il suo tramonto
                nel giorno che invecchia
                e poi muore.
                Composta venerdì 30 novembre 2018
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  Il bar pullula di gente di ogni età
                  chi sorseggia una birra
                  un'altra preferisce il caffè
                  c'è chi legge il giornale
                  borbottando
                  contro il governo
                  e la società.

                  Il vento pulisce parolacce e malumori
                  mentre i bicchieri vuoti tintinnano
                  nel frastuono di voci perdute
                  racchiuse nello schermo
                  a colori della TV.

                  Tutti parlano, tutti sorridono
                  qualche barzelletta riempie l'aria di risate.
                  Un vecchio osserva dal suo angolo
                  la gente che entra e sale
                  dopo aver pagato lo che deve.

                  Poi esce dal suo bar di sempre
                  con il cuore nelle mani
                  gli occhi aperti al domani.
                  Un sollievo brilla nei suoi occhi
                  perché anche oggi
                  non ha avuto il malocchio.
                  Composta venerdì 30 novembre 2018
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Nasconderò gli umori del giorno
                    dentro tronchi secchi d'ulivo
                    per accendere il fuoco del cuore
                    nel mio camino di ferro
                    e marmo vivo.

                    Mi siederò davanti alle fiamme
                    bruciando le ombre che uccidono
                    sogni e bagliori fatui
                    che nascono nelle ore tristi.

                    Il fuoco uccide le favole nate di notte
                    quando il cuore dorme e batte piano.
                    La mente insegue nuvole veloci
                    trasportando pioggia, neve e fiamme
                    distruggendo sogni e traguardi.

                    Mi nasconderò in angoli di luce
                    dove le ombre sono morte
                    per ascoltare il pendolo del tempo
                    che muore e rinasce sempre.
                    Composta venerdì 30 novembre 2018
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