Poesie inserite da Gerlando Cacciatore

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Scritta da: Gerlando Cacciatore

Sognatore

Io qui casa natia,
avvolto dai panni tuoi,
come una mamma che
protegge il suo pargoletto,
da una bestia astratta,
che tende di trafiggere,
con sanguinosa arma,
il sopravvissuto.
Io uomo o ragazzo.
Ingenuo, difeso da te natia casa;
Piccola,
desiderata, sconsolata,
come un pargoletto uomo
angustia la madre.
Tu uomo;
tue mani infiltrano,
quel calore di vita.
Io sognatore industriale,
guardo con sgomento questi versi,
che rendono me un uomo...
Sognatore!
Rammenti le parole di un amico?
Composta giovedì 30 novembre 1972
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    Scritta da: Gerlando Cacciatore

    L'Italia

    La vita.
    Cos'è la vita?
    Si potrebbe raccontare
    in brevi secondi,
    oppure, non si potrebbe
    raccontare affatto.
    Ma una cosa è certa.
    In questo sporco mondo,
    si deve soffrire.
    La vita si deve saper prendere,
    per non soffrire,
    dicono i borghesi.
    Cosa ne sanno loro!
    Sono nati, in un letto di piume;
    mentre noi siamo nati,
    in un letto di angustie.
    La vita, si è data a loro.
    Mentre noi,
    dobbiamo conquistarla,
    come si conquista una donna
    bella e perversa.
    Errano i borghesi!
    La vita, non si deve saper prendere,
    ma è la vita che deve prendere noi.
    Ma queste parole,
    possono sembrare eresie,
    ai borghesi.
    Perché loro, sono nati,
    in un letto di piume.
    Perché loro, sono nati,
    con il sole che gli sorride.
    Mentre noi, siamo nati,
    in un letto di angustie.
    Senza il sole che ci sorride.
    I figli dei nostri figli,
    confermeranno queste parole.
    Composta domenica 30 novembre 1975
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      Scritta da: Gerlando Cacciatore

      Letargo-autodistruzione

      Cantano i galli a squarciagola,
      nell'insolita ora della notte.
      Sogna la gente, non sente.
      Sento i galli cantare,
      senti i nervi spezzarsi.
      Amavo i galli.
      Odio i galli.
      Amavo l'Italia.
      Odio l'Italia.
      Galli corrotti,
      dal loro canto soave;
      Governo corrotto,
      dalla propria malvagità.
      Non sente la gente.
      Sono in letargo.
      Povera Italia;
      ti stai autodistruggendo.
      Non potrò far altro,
      che compiangerti.
      Composta giovedì 22 agosto 1974
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        Scritta da: Gerlando Cacciatore

        Il fuggiasco

        Dopo natale,
        si sprigionò, in quell'essere,
        un'allegria commovente.
        Io mi sgancio, dal buio
        di questo paese.
        Vado via.
        Sia quel che sia.
        Ciao fratello, arrivederci,
        ciao papà;
        spero al più presto,
        di venirti a trovar.
        Il biglietto!?
        Il biglietto è nel cassetto.
        Nel cassetto quello tuo,
        c'è la mia libertà.
        Vai! Parti! Vai!
        Giuro a Dio,
        che ti raggiungerò.
        Quattro ruote,
        e la speranza, di raggiungere
        la tua libertà.
        Composta giovedì 6 ottobre 1977
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          Scritta da: Gerlando Cacciatore

          Oblio

          Ho lavorato tanto.
          In fondo cosa ho avuto,
          un pezzo di terra
          al campo santo.
          Ho lottato tanto per la vita;
          ho lottato tanto contro la malvagità;
          per aver che cosa,
          un metro quadrato di terra,
          per riposarmi dopo questa fatica.
          Non ho rancore.
          Non ho rimpianti.
          Ho soltanto bisogno
          di dimenticare.
          Composta venerdì 15 ottobre 1976
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