Poesie inserite da Elisa Iacobellis

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Scritta da: Elisa Iacobellis
I ricordi, un inutile infinito,
Ma soli e uniti contro il mare, intatto
In mezzo a rantoli infiniti...

Il mare,
Voce d'una grandezza libera,
Ma innocenza nemica nei ricordi,
Rapido a cancellare le orme dolci
D'un pensiero fedele...

Il mare, le sue blandizie accidiose
Quanto feroci e quanto, quanto attese,
E nella loro agonia,
Presente sempre, rinnovata sempre,
Nel vigile pensiero l'agonia...

I ricordi,
Il riversarsi vano
di sabbia che si muove
Senza pesare sulla sabbia,
Echi brevi protratti,
Senza voci echi degli addii
A minuti che parvero felici...
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    Scritta da: Elisa Iacobellis

    In riva al mare

    Tirreno, anche il mio petto è un mar profondo
    E di tempeste, o grande, a te non cede:
    l'anima mia rugge nè flutti, e a tondo
    Suoi brevi lidi e il piccol cielo fiede.

    Tra le sucide schiume anche dal fondo
    stride la rena: e qua e là si vede
    qualche cetaceo stupido ed immondo
    boccheggiar ritto dietro immonde prede.

    La ragion de le due vedette algenti
    contempla e addita e conta ad una ad una
    onde e belve ed arene in van furenti:

    Come su questa solitaria duna
    L'ire tue negre a gli autunnali venti
    Inutil lampa illumina la luna.
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      Scritta da: Elisa Iacobellis

      Solitudine

      Di te stesso sei colmo, e tuttavia,
      quanto di te stesso sei privo,
      solo, e lontano, sempre da te stesso!

      Aperto in mille ferite, ogni istante,
      come la fronte,
      van le tue onde, come i pensieri,
      vengono, vanno e vengono,
      baciandosi, fuggendo,
      in un eterno conoscersi,
      mare, e dimenticarsi.

      Sei tu, e tu non lo sai,
      batte il tuo cuore in te, senza saperlo...
      Che colmo di solitudine, mare!
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        Scritta da: Elisa Iacobellis

        Il mare e lo scoglio

        E si agita e ribolle,
        sferza, fischia e rugge,
        vuole alzarsi fino alle stelle,
        Fino alle altezze incrollabili...
        È forse l'Ade? Una forza infernale
        sotto la ribollente caldaia
        ha forse acceso il fuoco della geenna,
        e ha stravolto l'abisso
        rovesciandolo dal profondo?

        All'urto delle onde infuriate,
        incessantemente la massa del mare
        con mugghiare, fischi, sibili e urla
        batte contro lo scoglio della riva.
        Ma, pacifico e altero,
        non scosso dai capricci delle onde,
        immobile, immutabile,
        contemporaneo alla creazione del mondo,
        tu stai nostro gigante!

        E irritate dalla battaglia
        come ad un assalto fatale,
        di nuovo urlando si gettano le onde
        contro il tuo enorme massiccio.
        Ma contro la pietra immutabile
        s'è affranto l'assalto tempestoso;
        Sprizza l'onda sconfitta
        e si scioglie in sporca schiuma
        senza forza il suo impeto...

        E tu stai fermo, possente scoglio!
        Attendi solo un'ora, poi un'altra,
        E si stancherà l'onda rimbombante
        di combattere contro il tuo tallone...
        Stanca del malvagio sollazzo,
        di nuovo divenuta umile,
        senza urla, senza più lotta
        sotto il tuo tallone di gigante
        di nuovo l'onda si placherà...
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          Scritta da: Elisa Iacobellis
          Onde dorate, e l'onde eran capelli,
          navicela d'avorio un dì fendea;
          una man pur d'avorio la reggea
          per quaasi errori preziosi e quelli;

          E mentre i flutti tremolanti e belli
          con drittissimo solco dividea,
          l'or de le rotte fila Amor cogliea,
          per formarne catene à suoi ribelli.

          Per l'aureo mar, che rincrespando apria
          il procelloso suo biondo tesoro,
          agitato il mio core a morte gìa.

          Ricco naufragio, in cui sommerso ì moro,
          poich'almen fur ne la tempesta mia
          di diamante lo scoglio e 'l golfo d'oro.
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            Scritta da: Elisa Iacobellis

            Tempo

            Mare insondabile! Le cui onde sono
            anni, Oceano del tempo, le cui acque di profonda
            pena sono salmastre per il sale
            delle lacrime degli umani.
            Tu diluvio inarginabile, che nel tuo
            flusso e riflusso cingi i limiti
            di ciò che è mortale
            e nauseato di prede eppure gridi
            per una ancora
            e vomiti i tuoi relitti sulla sponda
            inospitale, infido nella bonaccia, e terribile
            nella tempesta
            chi metterà gemme su di te
            Mare insondabile?
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              Scritta da: Elisa Iacobellis
              Camminavo sulla sabbia. Bassa marea.
              E giù, oltre, la curva, scrissi un verso sulla sabbia.
              E in quel verso scrissi quel che la mia mente pensava
              e ciò che la mia anima desiderava.
              E quando la marea fu alta,
              ritornai, ancora, su quel lido,
              e di ciò che avevo scritto nulla trovai.
              trovai solo i segni del bastone di uno che aveva lì camminato da cieco
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                Scritta da: Elisa Iacobellis
                Antico, sono ubriacato dalla voce ch'esce
                dalle tue bocche quando si schiudono come verdi campane
                e si ributtano indietro e si disciolgono.
                La casa delle mie estati lontane, t'era accanto, lo sai,
                là nel paese dove il sole cuoce e annuvolano l'aria le zanzare.
                Come allora oggi in tua presenza impietro, mare, ma non più
                degno mi credo del solenne ammonimento del tuo respiro.
                Tu m'hai detto primo che il piccino fermento del mio cuore
                non era che un momento del tuo; che mi era in fondo
                la tua legge rischiosa: esser vasto e diverso e insieme fisso:
                e svuotarmi così d'ogni lordura come tu fai che sbatti
                sulle sponde tra sugheri alghe asterie le inutili macerie
                del tuo abisso.
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