Poesie preferite da Aurora Barba

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Ripongo in un sogno Te!
Osservo con l'orizzonte l'oscillante moto delle piante,
la mente scorge tra una foglia e l'altra sensazioni...
... spero e sogno con ripetizione i tuoi occhi!

La stretta finestrella si affaccia su grani mietuti e girasoli floridi,
l'alternarsi di tetti e olivi in lontananza porta la mente a quotidiani giorni,
correndo nei prati della vita.

Provo ad accarezzare con la mente il tuo corpo nudo,
cercando di renderlo vero,
come una patina si posa sulle mie pupille.

Il dolce movimento dei tuoi fianchi accompagna la musica interiore,
come una nenia mi rinnova la tua vibrazione,
"dove sei... dove sei...!?".

Provo a venirti in contro...
avvolgo il tuo corpo con un abbraccio,
la pelle si fonde provocando vibrazioni su tutto il corpo.

Un luccichio irrompe dentro ai miei occhi...
Un fascio di luce ti illumina... è il segno!
I nostri corpi sono inondati, presi, rapiti...
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    Scritta da: Bramante
    Potessero i miei baci come cera
    colarti in bocca il miele che ho nel cuore
    Aprirti l'anima con un'onda di respiro
    e dissolvere l'aspro odor delle paure
    Ammatassarti i capelli in un mantice di raso
    e dell'amaro farne un debole ricordo
    da consumare sul braciere fino a cenere
    Potessero i miei pennelli dipingerti come affresco
    alle mie pareti interne e passare ore ad ammirarti
    Liberarti come rondine in cerca di primavera
    Potessi annodarmi alla tua pelle come alla barca un'ancora
    e remare e stremare impazzito del tuo profumo
    Bella e folle amante hai rapito mente e incanto
    Pungerti lo spirito e berti come acqua di deserto
    Cieca è la follia che si mangia l'amore e la ragione
    Ammansire quelle fredde notti disperate
    quando il cercarmi diventa pane per sfamarti
    Resisterti è dolore, come droga devo averti e consumarti.
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      Scritta da: Bramante

      Madonna

      Distesa come la duna di un deserto
      su lenzuola immacolate come il latte
      Dagli abissi del tuo corpo acerbo
      carne da ardere per queste mie mani
      Ti ammiravo nel silenzio che pungeva
      come cicche di sigarette smorzavo ogni respiro
      mi bagnavo le labbra con la vista
      non potevo resisterti, non volevo
      Avrei profanato ogni cancello
      per aprire la tua porta, quella porta
      Una madonna distesa su pampini di glicini
      dalla finestra sentivo odor di pelle nuda
      inebriata di calore scivolava sulla seta
      Maledetto il mio destino che mi fa sentir bambino
      un giglio troppo giovane mi ha preso l'anima
      Mi pungo il cuore per non sentir dolore
      briciole di sale mi bruciano le ciglia
      e spengo il fuoco che arde nel braciere
      riempio l'attesa come cera sulle mani
      tu batti gli occhi nel silenzio e taci.
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