Poesie inserite da Antonio Prencipe

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Scritta da: Antonio Prencipe

Ritornano i ricordi

Esiste una pena
per chi come me è già morto dentro
e non riesce più ad amare?
Ho dimenticato cosa sono davvero.
Ma quale inferno,
ma quale mano mi salverà.
Forse in questo cielo mio guerriero
c'è un Dio ubriaco come me di follia
che da lassù mi deride, respira
e piange con me nelle notti insonne
immerse nei ricordi
rinati con me
una notte di Novembre coperta
da neve e pioggia,
fredda e lievemente amata
dalla mia furba anima insofferente.
Vorrei solo togliere agli occhi mie
almeno un grammo di dolore e pazzia.
Vorrei soltanto
strappare, bruciare i fogli crudi,
neri del mio passato, rinchiusi
nel profondo del mio intimo
antico amore.
Briciole e frammenti di cielo
ridicolizzati dal vento,
ridotti in schiavitù dal tempo.
Un germoglio cresce nella tempesta,
l'acqua alcolizzata
dall'innocenza delle foglie
cadute, appassite, soffocate
dalla voce innocua
di un vecchio angelo disperato.
In questa mia infame città implode il sole.
Dentro di me esplode l'anima.
Composta domenica 10 aprile 2011
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    Scritta da: Antonio Prencipe

    Gelida follia

    Nei viali senza luce
    la follia scorre, appassita,
    mille petali di Margherite
    sparsi tra i davanzali di un nuovo sogno.
    Noi pazzi
    al contrario della gente sana
    conosciamo il confine
    tra dolore e realtà...
    Ed è per questo
    che i nostri sorrisi
    nel silenzio suonano
    dolci melodie frantumate
    e rabbiose nell'ombra di un'amore
    che consolerà la nostra
    malinconica solitudine,
    assopita nell'acqua gelida
    di una vita fredda,
    come i pianti nostri
    sulla ripa
    di un mare solitario.
    Composta giovedì 7 aprile 2011
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      Si frantumerà

      Non prendermi mai per mano
      Perché quando la lascerai
      Il mio cuore sul suolo
      Si frantumerà
      Mille pezzi di vetro
      Sparsi sul pavimento di ceramica antica
      E non ci sarai più
      Sarò solo
      Raccoglierò i vetri
      E in quei coriandoli di dolore rivedrò
      Il tuo viso
      La mia anima squarciata
      Macchiata dai tuoi sorrisi
      Scorrerà il sangue
      Un disegno irriverente
      Scava nei miei ricordi
      Il sentimento nascosto
      Che avevo proposto
      In Cambio del tuo Amore
      Non prendermi mai per mano
      Il giorno che la lascerai
      La notte piangerà stelle comete
      Senza coda
      Il tuo nome scritto sulle ali
      Degli Angeli rivedrò
      L'alba un nuovo graffio
      Regalerà al mio viso
      Dolore e rabbia
      Compenseranno la tua mancanza
      Rinascerò ad occhi aperti
      L'oscurità gli attraverserà
      Stringo cielo
      Stringo bambole di porcellana
      Antiche rivali
      Belle come
      La tua innata eleganza
      Si ricomincerà.
      Composta venerdì 1 aprile 2011
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        Scritta da: Antonio Prencipe

        Esseri senza volto

        Un fiore.
        Il tuo nome squarciato
        da un filo d'erba.
        Acqua senza frontiere
        disturbata dallo scroscio
        onnipotente di raggi solari senza sovrani.
        Siamo ignobili disgraziati
        senza amore,
        in questo mondo non ci sono più
        sorrisi genuini persi nel vento.
        Avevo un gatto e una luna di cartone,
        respiro fumo e merda,
        falsità irrequieta nella bocca
        dei politici e dei religiosi
        che indottrinano la gente senza
        ormai nessuna verità, solo falsità insipida.
        Un fiore con il nome di Dio
        ma Dio dov'è?
        Siamo Bastardi con gli aghi infuocati
        sulle nostre ali.
        Siamo essere umani senza rispetto
        per l'altro "fratello" che riposa
        su un marciapiede senza padre.
        Siamo Angeli in attesa della fine.
        Un albero con dentro il nome
        del cielo che danza
        fra gli Dei fucilati dalle favole
        ignobili dei nostri nonni
        condottieri di finte speranze torturate.
        Siamo ripetitori del passato
        governatore della vita nostra.
        Siamo vermi striscianti
        sul cemento pieno di sangue e dolore
        di chi è morto per la nostra libertà
        buttata nel cesso da noi esseri senza volto.
        Siamo combattenti con la spada spezzata.
        Dov'è la mia marlboro?
        Scelgo la guerra contro il mondo,
        scelgo l'amore proibito,
        scelgo la punizione esemplare che il cielo mi darà,
        scelgo di combattere nell'inferno.
        Ciò che Sacro viene avvelenato
        dalle nostre mani.
        Composta mercoledì 30 marzo 2011
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          Scritta da: Antonio Prencipe

          Tra la neve ti bacerò e Addio ti dirò

          Si scioglierà la guerra e il cielo scomparirà.
          Il tempo andato via
          ricomincerà l'amore,
          ovunque sarai io sarò lì,
          occhi lucidi i miei,
          dolcemente ti bacerò
          nell'aria stretta dal niente.
          Non ho ossigeno,
          non ho lacrime,
          non ho più quella strada invisibile
          che mi riporta da te.  
          Pretendo un altro Addio.
          Amore mio vattene da qua,
          questo cuore meschino dolore mi regalerà,
          ora non voglio più soffrire,
          le mie ali sono già arrugginite,
          non tornare,
          lasciami annegare
          tra lava di un vulcano
          ancora da risuscitare,
          affoga nel tuo amore ti prego.
          Lasciami qui,
          solo,
          lasciami soffocare
          nei miei sorrisi accesi dal buio,
          lascia sognare la mia anima fredda
          come il cielo nero
          in quest'era abusata
          dal tempo e dallo sfracellato
          involucro di speranze
          e cartoni spenti dalla neve.
          Crudele verità in
          un cielo squarciato
          dal sole opaco
          come il cuore mio
          in questo bosco senza via d'uscita,
          messo a fuoco dal tempo
          truffatore insaziabile d'oro
          e sangue ingiustamente
          respinti dalle labbra mie
          amanti insofferenti del dolore,
          amore illegittimo della vita mia.
          Composta mercoledì 30 marzo 2011
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            Seduto in mezzo ad un mare cruente

            Nebbia fitta dentro me.
            Piangerò e sorriderò nello stesso tempo.
            Piangerò seduto sulla
            scogliera di un mare cruente.
            Sorriderò per il dolore inflitto
            al mio cuore già devastato.
            Ho detto si,
            ti ho quasi amato in riva all'ombra
            innocente di un nuovo finto inizio,
            un nuovo riscatto alla mia vita,
            volevo ricominciare a vivere, a sognare
            e invece in un secondo tutto è volato via,
            in alto con la mia sensibilità storpiata,
            confusa dalla ridicola pioggia
            che bagna i miei capelli castani.
            Ma che senso ha, sorridere ed amare
            se poi dentro di te sei già morto
            e non sai come risuscitare?
            Dubbi, ansie, alberi nudi nei miei quartieri
            infuocati di passione per me,
            per quello che ero quant'ero con te,
            per quello che sono senza te,
            per un Addio non detto,
            per una foto strappata dalla mia anima,
            per ogni bacio che rimpiango,
            che maledico inginocchiato,
            cercando e pregando l'angelo più dannato
            di prelevarmi e portarmi con se,
            nell'infinito, nell'uragano senza giorni
            da sperare e notti appese
            alle maniglie delle porte in attesa
            di una guerra da vincere,
            da gettare in culo al mondo,
            spade affilate, bombe non esplose.
            In Amore vince chi dimentica.
            Nella Vita vince chi combatte
            e non si risparmia,
            chi getta sangue e raccoglie vento,
            chi soffre e non smette di sorridere.
            Composta lunedì 21 marzo 2011
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              Scritta da: Antonio Prencipe

              In silenzio

              Chi in silenzio ama
              in silenzio vive.
              Chi muore gridando l'amore sbiadito
              come un tatuaggio inciso sulla pelle,
              in silenzio affoga, nelle proprie urla
              soffocate da un'anima
              ossidata sull'asfalto sconfinato
              dalla luce del sole
              che lacrima raggi e sangue dal color ruggine.
              Chi sposa l'eternità
              vive sospeso ad un filo di nylon
              dal tempo spezzato, fuoco eterno dell'inverno
              freddo come la notte ma dolce
              come il rumore dei tulipani
              che piangono nel vento arido d'incanto.
              Chi ha paura dell'odore
              soffocato d'erba bruciata in silenzio piange
              neve e smeraldi sbattuti al suolo,
              condannati dalla scia intrepida
              di mille stelle comete dorate come l'aurora
              illuminata dal riflesso lunare
              di un paradiso già morto.
              Stelle comete cadenti in un
              bicchiere rotto e sul fondo
              inchiostro e cenere si perdono
              tra le gocce inebrianti d'alcol e follia.
              Chi nella notte scrive poesie
              in silenzio canta l'aborto spontaneo
              di un cuore disarmato e senza emozioni.
              Chi nel mare coltiva sogni e amori
              in silenzio strangola i peccati disciolti e gettati
              nella sabbia armonica, sublime
              di finti miracoli e finte destinazioni,
              spezzate dal dolore tristemente
              colpito dall'ombra maleducata
              di un cielo inappropriato
              senza lucciole e finti tesori
              in questo strano territorio misterioso.
              Composta domenica 20 marzo 2011
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                Scritta da: Antonio Prencipe

                Ma che stupido cuore mio

                Ma che stupido cuore mio ingrato
                che appassisce,
                con la lama fredda di un autunno
                da disinnescare ora lo so.
                I cosiddetti amori
                scongiuravano la mia pazienza
                di non affondare.
                I cosiddetti amori
                morivano delicatamente sul corpo mio
                ancora innocente, violato
                dal tramonto di tante lacrime
                sfidate dal ridicolo soffio
                di mille civiltà sepolte.
                Ma che stupido cuore mio malinconico
                che ritorna,
                tormenta il rinascere turbolento
                di un altro fior di campo
                su questa mia autostrada
                divisa dallo strepitar imponente di un sole rosso
                maestro della vita mia,
                senza buche o massi da evitar.
                Ma che stupido cuore mio sentimentale, struggente
                sempre lontano ed anche se
                so di possederti nel corpo mio,
                non ti sento più mio,
                sei morente e negli occhi miei grandi marroni
                si rivede ancora il grande dolore fresco,
                digerito soltanto dalla mia gioventù tradita,
                stereotipata in una finta vita,
                fingendo amore che non c'è.
                Composta lunedì 14 marzo 2011
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  Andrò via

                  Me ne andrò senza dirti "ciao",
                  sparirò dalla tua vita lentamente,
                  non ti farò rimpiangere i segreti,
                  le notti consumate
                  su quel letto sospeso in mezzo al cielo
                  costellato da stelle e pianeti
                  sputtanati dal gridar lento
                  di un angelo nascosto
                  tra le nubi finte di un mare insolente.
                  Non ti lascerò con il buio
                  straziato nel cuore,
                  splenderai ancora con la luce
                  che le mie lacrime regaleranno
                  alla tua anima violata dal mio amore.
                  Tornerai lì,
                  dove le foglie secche maturano con l'inverno.
                  Mi bacerai e ti lascerò sola,
                  con il mio ego da poeta freddo e salato
                  sulle tue labbra che ormai
                  non amano più.
                  Composta venerdì 11 marzo 2011
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                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Non mi pento dell'inferno

                    Dio muore dietro un piedistallo
                    coperto da mille diamanti.
                    In questo strano mio destino anche Dio vola basso.
                    Vieni qui!
                    Angelo sparato dal fucile che ho nascosto
                    sotto il cuscino, vieni qui.
                    Accarezza queste lacrime sconosciute
                    dalla mia eterna solitudine.
                    Baciami la fronte e leviga aggressivamente
                    la mia rabbia, rendila pura
                    e lasciala volare per poi lanciarla
                    contro quel grattacielo infernale
                    che nasconde ancora il sangue indigesto
                    del mio unico e vero limpido amore.
                    Non voglio più vivere nel paradiso,
                    l'inferno fa per me e non mi pento,
                    pugnalerò l'erba ancora fresca
                    di rugiada, lacrime salate scese giù
                    dall'occhio eterno dell'infinito.
                    L'amore è finto come il purgatorio
                    in questo antico mondo infame,
                    ma io non mi pento,
                    io combatto contro il fuoco,
                    contro i fulmini, non morirò senza sorridere,
                    salterò dalla montagna di plastica più alta,
                    squarcerò il paracadute e mi schianterò
                    al suolo dolce imponente Re
                    freddo come il deserto.
                    Le stelle aperte mi mettono in croce,
                    no cazzo io non mi pento,
                    allora spaccherò in due il vento,
                    non mi arrendo sotto quest'albero di melo,
                    assalirò la sorte e nel suono della tua voce
                    riposerò e chinerò la testa,
                    implorerò il passato di lasciarmi in pace
                    e schiaccerò questa marlboro
                    tra le mie possenti e levigate ali argentate.
                    All'improvviso t'accorgi che l'inferno è finito
                    e ti ritrovi con le pistole cariche sparando
                    contro tutto ciò che rende felice questa vita
                    non ancora abituata al fresco
                    ed inebriante odor di miele.
                    Questa vita mia è
                    troppo sbandata per rinnegare l'inferno.
                    Composta sabato 26 febbraio 2011
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