Poesie preferite da Andrea De Candia

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Scritta da: Andrea De Candia
Timorosa è la notte quando gela
sopra di noi l'audace desiderio
di caldi baci e nitide parole;
ora rifiuto in ogni gemma il fiore
poiché bianca si è fatta la mia faccia
di un pallore mortale.
Lunghi anni cercando sopra rocce
aspro ristoro o presso la tua croce,
Cristo, soffrendo, ho gravitato invano.
Ora che se ne va sembra mi cada
questo lungo mantello e denudata
è la mia carne e presa dentro i ceppi dell'abbandono. A te volgo la mente
e il sospiro profondo. Lunghi giorni
simile a un negro uccello andrò vociando
nel fervore notturno, lunghi giorni,
padre celeste, e senza una parola,
lugubre diverrò come una tomba.
Né io spero risorga, tanto dura
è la mia morte e tanto a te lontana.
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    Scritta da: Andrea De Candia
    E tu che hai messo mano al mio dolore
    con la dolcezza che distingue il bene
    padre esemplare di un retta schiera
    di progenie devota benedetto
    sei per quella tua ripida pazienza
    conoscitrice delle cose insane
    né ti fa meraviglia l'ardua specie
    del dolore scoperto alle tue mani
    può venir palpitante una fanciulla
    ed un brivido assurdo: sei l'umano
    incarnato nell'era degli dei.
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      Scritta da: Andrea De Candia
      Non chiedere davvero
      che le lacrime faccian compagnia
      e che t'ascoltino anche,
      uscite allo scoperto.

      Perché dal pianerottolo del mento
      non scendano le scale delle braccia,
      non prendan l'ascensore dell'addome.

      Scavalcheranno sempre la ringhiera
      pur di farla finita al pianterreno,
      loro hanno fretta d'andarsene via.
      Composta mercoledì 7 ottobre 2015
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        Scritta da: Andrea De Candia
        Terra, vecchio pianeta, ventosa al piede
        che vuol volare,
        o re Lear con le braccia vuote.

        Con occhi marini piangi in segreto
        nel mondo dell'anima
        macerie di dolore.

        Sui millenni dei tuoi riccioli d'argento
        la ghirlanda di fumo, follia stellata
        nell'odore degli incendi.

        E i tuoi figli
        che già danno la tua ombra mortale
        mentre tu giri e rigiri
        sul tuo asse celeste,
        mendicante della Galassia
        che hai per cane il vento.
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