Come una lama di ghiaccio Il tuo passaggio non lascia traccia Ferisce, affonda, ma mai si fa notare da chi mi circonda. Seguo i pensieri e con le mani li caccio Lontani dagli occhi, lontani dalla faccia. Seguo le stelle ed infine mi compiaccio: Almeno loro sono ancor belle. Come una macabra maschera, incapace di sorridere, Così i miei occhi rimangono immobili Tentando invano di imparare a piangere, Ricavandone solo un altro muro da abbattere. Come un vecchio libro divorato Che rimane dolce in bocca e amaro nelle viscere Così il mio senno è scappato Lasciandomi solo un dolce profumo nel camino Ed un amaro sapore sul morbido cuscino. Ecco, è proprio questo che più temo: destarmi dalla veglia ed infin capire che non è stato veramente il senno a fuggire ma, ahimè, la tenera follia a perire...
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