Ti scorgo ogni mattina sui gradini della chiesa guardare stanco il giorno che comincia, anima spettinata e sola. La tua mano schiusa segue lo sguardo distante di passanti frettolosi, uomo senza voce. Polverose le tue vesti, dove stendesti le tue membra l'altra notte, quale letto in questa buia sera. Lo sguardo tuo sommesso non raggiunge il cuore sordo di chi incrocia il passato del tuo volto. Non so cosa conduca su quei gradini il peso del tuo corpo stanco che parla ancora di un recente vigore. Spero di vederti presto, fratello mio, trovar posto dentro quella chiesa dove Colui che t'ama vuol da sempre farti in Lui riposare.
questa poesia mi ha colpito per il soggetto scelto dallo scrittore ,un barbone,persona che spesso vive ai margini della società senza essere considerato anzi a volte pure ingiustamente addittato dalla gente.Perciò ammiro il pensiero k lo scrittore ha avuto nel guardare oltre l'apparenza,nel notare quella immensa sofferenza.spesso siamo presi da noi e vediamo solo ciò che ci fa comodo vedere,l'egoismo ci impedisce di accorgerci di chi sta peggio di noi,di chi vive in condizioni precarie,anche se ci è molto vicino.per tutte queste ragioni ammiro lo scrittore perchè si è accorto di quella sofferenza ,ha visto oltre i vestiti sporchi, ha avuto il pensiero di sperare per quel barbone la via del bene, ha avuto la sensibilità di volere per quello sconosciuto il ritrovo della fede.grazie per avermi ricordato che esistono anche persone dotate di una tale bontà e generosità.spero che faccia riflettere tante persone alle quali mancano queste qualità.
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