Fuori un pallido sole ingiallisce tutte le cose dai rami del mandorlo le poche foglie rimaste aleggiano nell'aria un ultimo vibrante saluto
Poi è la terra nuda, le sue spoglie brune, le sue lande brulle alternanza di pianure e di poggi dove prati verdeggiano distese di pascoli e nevi biancheggiano al sommo di giogaie ceruli
Tiepida sera d'Ottobre ombre protendono e dilatano agitate dal vento parole, irte di sguardi, convergono clandestine verso coltri insonni dove nebbie sanguinolenti fagocitano pensieri privi di sogno
Dalla mano tremula pugnali argentei scindono auree ansanti in sussulti fievoli che un discernere stolto amplifica ed accresce in fantasmi di cera
Piccola amata speranza nella luce che si attarda la sera avanza greve ottenebrata da futuri incerti e destini astrusi pensieri presagiti, adusi e perduti smarriti adagi di mondi lontani reminiscenze di nobili voci che sullo sfondo intagliato di scintillanti cieli amaranto mestano morte e resurrezione in echi prodighi d'attese e scie vermiglie in abbacinanti trasposizioni di colore sfumando, abbuiate nell'ora solitaria del tramonto
Nell'ora cercata e necessaria dell'assenza e del perdono.
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