La società recidiva senza occhi senza voce senza orecchie reprime immensità di nuova vita in metafore di vista, di urli, di udito. La compagine povera che soffre percepisce ciò che nessun potente potrà mai imitare o soffocare. Una nuova èra avanza nell'aria e nel sangue già volteggia e pulsa. Nel sapere di chi non sa l'alba e il tramonto è ancora alba e tramonto. Ma se il tramonto si chiamasse alba? E se l'alba si chiamasse tramonto? E se la morte della ricchezza si chiamasse vita?
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