Sorvola e perlustra pure le creste i mari e le voragini del paesaggio dell'anima mia, come un libro aperto tu legga il fondo dei miei occhi sconosciuti, un sorriso si erga poi dalle cime dei tuoi pensieri se una dolcezza aerea li ispira. Ricreduta e rinfrancata porta via l'appartato tuo cuore dall'orlo del burrone del dubbio su cui sospettosa quasi sosti quando indugi tra opposte congetture, la rosa di un petardo di magia con il suo bagliore muti il segreto ritmo del tuo petto e lo confermi l'accento gioioso di implose tue accoste parole. È nell'istante ripetibile che ti illumini che io sono: è in quel frangente la piena che inonda languida e fluente l'ubertosa piana della speranza arsa che vuol rifiorire. Tornami un caldo brivido di vita risorgente! In quel frangente, in me rincuorato, un canto si diffonda come suono soave di campane in un consacrato giorno di festa. Esploderà sai una primavera dopo l'inverno che vita nega aspetterò che al primo sole la tua lontana mano esitante forte e sicura si stringa alla mia: al primo appuntamento come una farfalla tra fiori alla mia corolla prossima acceso il tuo sguardo io senta in cerca del suo bersaglio di polline e di linfa.
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