Quand'ero bambino tagliavo ginestre sui monti verdi del mio paese lucano. I fiori raccolti in piccoli gesti li gettavo lungo le strade strette passando il corpo di Cristo benedetto. I fili verdi appesi in cantina oscura guardavano le sorbole ancora immature.
Sui burroni della memoria infantile rivedo strani volti con rughe antiche. Buoi che tiravano un traino di legno, bambini aggrappati fino alla cappella. Asini che ragliavano nelle loro stalle muli che aiutavano ad essere stanchi.
Era un paese con molti calli nelle mani, donne austere chiuse nei propri guai. Era una famiglia senza umani confini dove tutti erano zii, compari e vicini. C'era un giardino con aquila e cannone ricordando la guerra e i morti d'allora.
Quand'ero bambino lavoravo per gli altri per mangiare pane e portare le scarpe. Raccoglievo legna e lavavo le scale ma ero libero per correre e cantare. Oggi da grande, calvo e con barba, ricordo il bosco e l'odore a vino cotto.
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