Splende stasera la fulgida luna in un cielo brillante di stelle un niveo cerchio disegna sul mare dei variegati oleandri risalta le tinte in mostra tra i bordi recintati dei viali: nel chiarore, in silenzio, vado. Sbucato dal nulla, un cane fulvo girovago solo mi accompagna non parla ma di istinto intende la solitudine e il lutto del mio sguardo. Ne sono passate di lune argentate da che mi desti un ultimo bacio lontana donna dei miei sospiri: inverno poi primavera e io solo privo di significato, senza di te andante fiacco tra andane di ricordi. Non posso inchinarmi al nulla che vuoi lasciarmi prediletta: le farfalle le fole e l'amore senza una meta non si librano, nessun alato può spiccare voli sfiorare la veste dell'arcobaleno o atterrare tra gli odori di una corte. Se impallinato fu dalla rosa di uno schioppo o ingabbiato. Oh pur se tu venissi in autunno non sentirei l'inferno di quest'estate, l'afa opprimente della tua assenza si farebbe oggi dolce tepore di attesa refrigerio il sentore di ritrovarti. E come al ritorno di marea o piena che straripi dopo secche, un onda tremore tornerebbe al riflusso di un passo familiare che si avvicini con sorrisi e sospiri! Se sogno o presagio sia quel passo non dico e non so ma è tutto quello che nell'effondersi di una mancanza innamorato ancora chiamo speranza.
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