Splende stasera la fulgida luna

Splende stasera la fulgida luna
in un cielo brillante di stelle
un niveo cerchio disegna sul mare
dei variegati oleandri risalta le tinte
in mostra tra i bordi recintati dei viali:
nel chiarore, in silenzio, vado.
Sbucato dal nulla, un cane fulvo
girovago solo mi accompagna
non parla ma di istinto intende
la solitudine e il lutto del mio sguardo.
Ne sono passate di lune argentate
da che mi desti un ultimo bacio
lontana donna dei miei sospiri:
inverno poi primavera e io solo
privo di significato, senza di te
andante fiacco tra andane di ricordi.
Non posso inchinarmi al nulla
che vuoi lasciarmi prediletta:
le farfalle le fole e l'amore
senza una meta non si librano,
nessun alato può spiccare voli
sfiorare la veste dell'arcobaleno
o atterrare tra gli odori di una corte.
Se impallinato fu dalla rosa
di uno schioppo o ingabbiato.
Oh pur se tu venissi in autunno
non sentirei l'inferno di quest'estate,
l'afa opprimente della tua assenza
si farebbe oggi dolce tepore di attesa
refrigerio il sentore di ritrovarti.
E come al ritorno di marea
o piena che straripi dopo secche,
un onda tremore tornerebbe
al riflusso di un passo familiare
che si avvicini con sorrisi e sospiri!
Se sogno o presagio sia quel passo
non dico e non so ma è tutto quello
che nell'effondersi di una mancanza
innamorato ancora chiamo speranza.

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