Non mi sono mai fidato dei brandelli di ciò che sono stato. Ammaino i pensieri miei, la bocca si chiude serrata, la testa tra le mani, una croce nel cuore. Rifletto a lungo quasi dura un secondo ma è tutto l'eterno. Nel silenzio assegno i nomi alle cose, rantolo tra le apparenze disinvolte degli angeli, volteggio per evitare passi di danza, se non so ballare. Orrori vedo, di occhi aperti, e nubi di catrame, orrori, le mani sudano lacrime, le ombre coprono le urla dei saggi, ma non sono sicuro di sentirle. Strazi, tra poesie al vento, v'è il mio delirio. Poi il sonno soffia una candela e la veglia depone la scure, nel fondo chiuso a chiave d'un baule.
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