Ecco si avvicina a ponente misterioso nel suo alto guardarmi si confonde a un odore insistente del suo corpo che non può più bearmi; si avvicina col pensiero scabroso torturato e guarito negli anni: lui non parla e nel tempo a ritroso sa cercar chi lenì i suoi malanni. Non lo vedo... e pensar che di lui io conosco, ogni piaga, ogni pelo, ogni piccolo asserto, tra me, la sua spiaggia e il mio frigido bosco, v'è la stessa distanza che tra un fiume e un deserto. Si avvicina, mentre paco i miei ardori ma non riesco a vedere il suo volto io non sento i suoi freddi rumori non intendo il suo vento che ascolto. Ho cercato guardando lontano che il suo stampo apparisse improvviso ho scrutato tra il monte e tra il piano e ho riempito di pena il mio viso ... ma un giorno confusa da un sentore di addio ho provato a cercarlo con l'idea di chi sbaglia come stessi aspettando il ritorno di un Dio impietrita e frustrata per un sole che abbaglia... ... quel giorno ero molto vicina al suo intento quel giorno sudato io ho disfatto il mistero neanche un filo di luce, sospinto dal vento, mi strappava oramai da ciò ch'era vero. Solchi, strazi, passioni e poeti non bastavano a farmi tornare: non avrei mai raggiunto le sue storte pareti non avrei mai vagato nel suo gelido mare... ... inversione di rotta si ritorna ad oriente... ... tutti in plancia la nave si avvia, incontrarlo per caso? No, non credo più a niente ciò che resta di lui è soltanto follia solo stralci di rotte sbagliate e sviate che una zattera sola non può certo seguire, luci accese ai confini di zone minate e ritorni arrangiati senza farsi sentire: io riposo felice a levante, con radici impastate di terra orientale, la certezza è un assioma importante che coltiva il mio bene e divelge il mio male. Non posso toccare chiunque mi chieda una data: più mi attracca, più lontano poi deve salpare e purtroppo la nostra distanza è già stata fissata mentre l'onde consumano il tempo e mantengono il mare.
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