Due arancini e un tè sono il mio pranzo: per cinque giorni, in piedi, tra ambulanti cinesi e colletti tesi tra cravatte e giacche. Come si ingoia male un arancino se pensi che a Montalbano li fecero diversi ed eminenti. Diversi come i suoi i giorni alle prese con cadaveri eccellenti; intarsiati da misteri da sbrogliare per menti che odiano dormire. Qui è diverso: le nostre vagano sul peggio del sopore, tra il bicarbonato del primo pomeriggio.
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