La sciaradda fumigante del vespro ha punte di cromorno che soltanto il lento commovimento del vento sa pazientemente addipanare.
La nota che l'eco adusta riverbera è una scheggia smorzata sopra il rame dell'orizzonte; rameggia un silenzio nel profondo dell'ora. Stride querula
l'oscura epifania della sera; si snodano i destini: come tónfano attempato disperdono la brace promessa all'argento striato alcuni
accordi in lontananza; una voce alida si prova a modularli con arpeggi. Ma il turbine ondoso con le criniere d'un diospero sommuove anche il tuo
albagioso parlare. S'incupisce la stanza trinata mentre lo spettro della finestra vanisce; una brezza, dipoi un attonito bisbigliare:
il profilo marezzato si spunta di frondi magnioliacee, auso antro d'un poggio anellato in derelizione. Stagliata contro romite nuvole di cenere, svaria roggia la voce
Grazie Sebastiano della segnalazione, abbiamo corretto come da richiesta. Le chiedo però per il futuro di segnalarci queste modifiche attraverso l'apposito link "Modifica" presente sotto il testo della poesia, in modo da semplificare il lavoro a noi e a Lei.
Saluti
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postato da Sebastiano, il
Errata corrige, commento autoriale: v.2, 7a sede postonica, non "-mo", ma "-no", in "cromorno". S. V.
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