La sciaradda fumigante del vespro
ha punte di cromorno che soltanto
il lento commovimento del vento
sa pazientemente addipanare.

La nota che l'eco adusta riverbera
è una scheggia smorzata sopra il rame
dell'orizzonte; rameggia un silenzio
nel profondo dell'ora. Stride querula

l'oscura epifania della sera;
si snodano i destini: come tónfano
attempato disperdono la brace
promessa all'argento striato alcuni

accordi in lontananza; una voce alida
si prova a modularli con arpeggi.
Ma il turbine ondoso con le criniere
d'un diospero sommuove anche il tuo

albagioso parlare. S'incupisce
la stanza trinata mentre lo spettro
della finestra vanisce; una brezza,
dipoi un attonito bisbigliare:

il profilo marezzato si spunta
di frondi magnioliacee, auso antro
d'un poggio anellato in derelizione.
Stagliata contro romite nuvole
di cenere, svaria roggia la voce

arrochita d'una scaglia di luna.

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    Commenti

    3
    postato da , il
    caspita, ma le hai selezionate apposta tutte le parole desuete che vi compaiono?
    2
    postato da , il
    Grazie Sebastiano della segnalazione, abbiamo corretto come da richiesta. Le chiedo però per il futuro di segnalarci queste modifiche attraverso l'apposito link "Modifica" presente sotto il testo della poesia, in modo da semplificare il lavoro a noi e a Lei.

    Saluti
    1
    postato da Sebastiano, il
    Errata corrige, commento autoriale: v.2, 7a sede postonica, non "-mo", ma "-no", in "cromorno". S. V.

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