Rigido ceppo, tocco dolce e aguzzino in magiche pareti umide e dolci, come ogni bambino nasce Pinocchio. Il tuo nasino, teste del candore per ogni bugia, Non ha curve perverse: sboccia e appassisce come un fiore, innocuo come bisce sulla gelata roccia. Tutti eravamo Pinocchio: marmocchi dall'identico nasino; gaudiose voci protese nell'incanto della semplicità di pane e noci. Quanti Pinocchio ora sono adulti a maneggiare ceppi e crearne ancora magari per offrirli a Mangiafuoco? Vedi quanti nasi sono atrofizzati Per non "ungere" con l'olio il testimone? Siamo dei ciechi gatti e claudicanti volpi Abbiamo ucciso anche la tua balena. Popoliamo miracolosi campi; fiamme per le morbide falene, calappi per "virgulti".
Commenti