Quella voce dalle calde armoniche tra le colonne abbattuta dal passare delle legioni i cori non modulati degli spiriti danneggiano la mia psiche nel rammentare la morte consapevole di un cigno nero la testa ripiegata sui ricordi lascia un vuoto così profondo non scendono più lacrime stanno impazzendo
Le folate di vento a spazzare le piazze mai vuote le accuse ed i sospetti a corrodere indubbie opinioni vorrei poter sprecare qualche grammo di silicio per edificare una fortezza di vetro ed allontanare le angosce della mia gente
Cerco di comprendere i loro timori gli indugi ad allontanare l'occupante straniero non porteranno nulla di compiuto le attese la nostra causa non si arresta il tempo sistema le malefatte dei tiranni la loro sorte non è mai stata evitata o sfuggita La neve bianca ed impura cade in silenzio come troppe dittature in ogni tempo infami ed arroganti come chi tesse trame di stato anche senza provocare dolore o spargere del rosso sangue cadono in rovina come effetto delle proprie colpe
Dovrò ancora rivedere troppi spazi e distese mutare di colore dipende forse dalla stagione o dall'amore il bianco della neve o il rosso del sangue indistintamente non potranno accompagnarsi per troppi anni ancora alla bellezza dei prati verdi di primavera.
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