Il sonno è sosta, è solo sospensione. Fuggire dal dolore che ti insegue come il gatto col topo, spalle al muro sanguinante dell'alba, al risvegliarsi. Entrare dentro e scoprirsi scissi, quest'anima ch'è solamente ombra è una formica che trascina esanime la briciola di pane del suo corpo al cimitero ch'è il cielo di notte e non giovano stelle a lacrimarsi per dire con lo sguardo nel silenzio ch'è una resurrezione della luce striscia, cammina, tutta ti appartiene la strada, la più innocua delle serpi, la carnefice e vittima smembratasi per riproporre la dualità – si viaggia fluttuanti verso il sogno, questa tomba di pace senza fine.
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