L'eco lontana portata nel vento si infrangerà contro pareti ignote i confini rinascono nel sangue, ogni fiato una vena capillare, credi il silenzio sia l'inosservanza sotto cui passi lucido ed illeso, credi la schiavitù no, non ti chiami, il padrone del sonno che riallaccia il guinzaglio dell'ombra finalmente alla cuccia del letto, credi pure che ancora non vi sia da far domande – perché non temo di restare solo nell'interiorità che si fa abisso.
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