È giunto un nuovo tempo, tutto è mutato in questa realtà sospesa. Dal vetro filtra una luce diversa, la normalità assume fattezze distorte. Dicotomiche sensazioni opprimono la mente che pavida cede allo sgomento. Nulla ha più una reale dimensione ogni cosa sembra essere fuori posto. Dove regnava il frastuono ora grida il silenzio, dove l'attività prolificava rimane solo la pigra immobilità, dove viveva la compagnia ora esiste nient'altro che solitudine. Come un mazzo di carte, è una vita mescolata da mani incerte. La cruda realtà, di questo provvisorio passaggio, dilania lo spirito spaurito. Quando tutto però sembra cedere allo sconforto, una folata di vento improvvisa, spalanca la finestra che separa dal modo. Odo il canto degli uccelli, il fruscio dei rami smossi il tiepido abbraccio del sole. È il concerto della vita che acquieta la mente e ristora l'anima. Allora abbandono la stazione delle paure per dirigermi alla fermata successiva.
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