Cammino in mezzo alla folla e mi sorprendo pensare quale sia la molla, che la spinge a vagare. Vagare per ogni dove ed acquistare, dissennata, prodotti senza prove e mercanzia taroccata. Sembra sia di vitale importanza adorare il Dio del consumo e tacitare la coscienza, gettando l'obolo al pover'uomo. Che progetto è mai questo, che ci spinge ad apprezzare non la gioia per il bel gesto, ma la voglia di divorare. Ingoiare, a tutti i costi, ciò che il consumismo ci offre e non soffermarci mai, onesti, ad ascoltare chi soffre. Anzi, la voce dei poveri alla folla da fastidio; le ricorda doveri verso vite da martirio. Ma non c'è tempo di fermarsi, perché tutto bisogna osservare e solo interessarsi di ciò per cui val la pena vagare.
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