Sarà il mio silenzio a parlarti. Mettiti all'ascolto, chiudi gli occhi e tendi l'orecchio al rumore delle mie onde che s'infrangono a metà, la condanna del mio non amore, la bocca del mio vento. Il mio cuore si frantumò in una tempesta, ed il giorno si fece notte quando te ne andasti per sempre. Ho smarrito il cammino tracciato dalla tua speranza. So dove sei ma non vengo a salutarti perché mi sento schiacciata dal peso dei tuoi occhi. Non tocco la foto del tuo volto perché la lapide è fredda e muta e mi urlerebbe che sei lì sotto. L'anima intorpidita dall'inverno della tua assenza fa scorrere oceani di sale amaro. Sono un girasole senza sorriso, a testa in giù, unico in un deserto di silenzio, nella mia calma di facciata, nella mia caotica quieta indifferenza. C'è una nebbia irrisolta che porta a perdermi nei miei spazi perpetuamente vuoti. Papà, è tutto così sottile, la vita, e tu non ci sei. Trovo un posto per il silenzio ma esso porta i tuoi occhi. Nessuno mi libererà mai. Il buio è il mio manto e nella notte dello spirito vago a cercarti. Annaspo nel fango per ritrovare le stelle e mi dico che sei tu la polvere di cui sono fatte ora. Esse prendono a brillare forse quando tu mi sorridi. La tua mano di vento mi accarezza il cuore e vola con me quando, all'inseguimento della vita, cerco ancora una traccia di te.
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