Scritta da: Valeria

Figlia del buio

Hai tentato di afferrare i tramonti
per preservare quello splendore,
hai cercato di liberarmi dal silenzio
per ritrovare ancora un mio debole bagliore...
Ma bramavi testardamente la parole,
mentre solo il buio dovevi ascoltare
se volevi capire.
Ho rifiutato la tua mano,
unico faro nel mio oceano nero,
poiché la notte del dolore
rende ciechi dinanzi a quello altrui.
Non riconobbi che il tuo abisso
era identico al mio.
La mia zattera si squarciava
tra le ondate dei ricordi di una vita felice
che si squagliava inesorabilmente.
Con il nulla colmai il mio vuoto
quando il tuo amore l'avrebbe riempito di luce.
Lande di desolato silenzio si dilatarono;
baratri di inspiegabili rancori tra noi si aprirono.
Prigioniera del lutto,
non sapevo riconoscere in te
l'ultimo lembo di una famiglia
superstite della forbice della morte.
Ti plasmavo disperatamente in mio padre
mentre avrei dovuto semplicemente amarti
perché sei mia madre.
Nessuna di noi è sopravvissuta,
indenne, al dolore.
Ora il mio buio ha ritrovato le parole,
e ti tendo la medesima mano che un giorno rifiutò la tua.
Accarezzami il cuore,
insegnagli a trovare ancora della vita
il colore e l'amore,
senza paure, con ali leggere.

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    Info

    Scritta da: Valeria
    Riferimento:
    Poesia segnalata al concorso nazionale II edizione ioscrivo indetto da Giulio Perrone Editore; e poesia finalista al VII concorso internazionale di poesia "Olympia Città di Montegrotto Terme-Sezione Speciale 2007 Poesia Donna"

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