Ti devo parole limpide che nascondo sotto il cuscino, ti devo un pensiero che nasce di sera, quando spunta quella prima stella nel mio solitario cielo, quasi ad indicare la strada per un sogno, quello rimasto incastrato sotto il muro di cemento che ho innalzato un giorno lontano per mostrare il mio ritiro, per dimenticare di essere in errore e senza soluzione. Ti devo più di un sorriso, una voce d'argento per un silenzio nero come la pece, ti devo una scatola con i bei ricordi, con gli appunti sulla vita che mi hai prestato, con il vento leggero che su di me hai portato. Ti devo frammenti della mia anima, quelli tra gli alberi ed il cielo, quelli tra le piume ed il fango sparsi sul mio sentiero. Ti devo dell'amicizia il canto che, involontariamente, ho reso muto.
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