Urla il violin in sacro gemito nell'ormai sgualcita custodia ch'a sua dimora ebbe ove dell'arpeggio mille volte ebbe l'anelito d'una musica ch'a pizzichi ed arcate crebbe. Sempre detien la nobiltà della rosa e l'umiltà della viola a sé avvinto e racchiuso in una nota sola in lui indomita regna levità di liuto che voce dà al natural suono d'un mondo talor muto. Allegri in aere sparge a guisa di stelle filanti e in teatral mura insuperbiscesi dinanzi a scalpitanti astanti stagliasi libero e inafferrabil il capriccio delizioso ch'a manto di tepor sul mondo si stende armonioso. Stradivarian velivolo che sempre s'alza in quota estro di Paganini che nell'uran complice ruota spalancasi in preghiera qual benigna finestra e la sua amorosa goccia dona al mare dell'orchestra.
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