Mi promette una riva con le nubi e tutto il corpo cieco che è guidato dal piede delle mie pupille, sfiora disseminate conchiglie di stelle che non conduce, rapendole, qui, ad un inferno ormai di troppa quiete. Il vento è incendio spento, delle voci. L'ombra che avanza come una preghiera si cancella voltando (a) un'altra strada. Ardo come una fiamma di cui oblio continuamente il carbone d'origine. Forse la luna è l'unica certezza. Baricentro di tutto il cimitero dell'universo ch'è tra vita e morte. Forse è il cranio di quello che fu Dio. Come un agnello si immola all'altare della centralità. Pagana insonnia!
Commenti